Testimonial per la seconda edizione della manifestazione enogastronomica OlivitalyMed 2025 al Castello di Rocca Cilento in Irpinia, a Lustra (SA), il direttore d’orchestra e compositore – tra l’altro originario di Napoli – Beppe Vessicchio, anima per anni dei vari Festival di Sanremo, è un fiero sostenitore del binomio antico che sussiste tra musica e cibo.
Ama chiamare connubio sensoriale questo rapporto speciale tra note musicali e alimenti, tra il pentagramma e i filari, tra gli spartiti musicali e i frutti della terra, tra vino e chiavi di violino, come sostenne a suo tempo su una copertina del Gambero Rosso nel 2023.
MUSICA E OLIO
“La Musica è olio, e l’olio è musica di per sé – afferma Vessicchio – ma in generale tutti i prodotti della natura, lavorati dall’uomo, sono come strumenti nelle mani di un esecutore. Il legame che sussiste tra cibo e musica è oggetto della mia indagine scientifica, condotta finora sui pomodori pugliesi; d’altronde la musica mi ha dato tanto e messo in relazione col grande pubblico, custodendo un codice che permette di dialogare con altri elementi”.
LA FISICA DELLA MUSICA
La realtà come viene spiegata dalla Fisica del resto è vibrazionale, per cui ogni elemento visibile o invisibile è conseguenza di un onda, capace a sua volta di esprimere qualcosa.
Tutto ciò che ci circonda è suono e attraverso il suono c’è comunicazione per veicolare un messaggio, una cultura, l’arte stessa.
Quello del suono è prima di tutto un linguaggio capace di interloquire con la materia, non solo biologica, grazie ai principi elettrici.
Il suono è movimento delle molecole dell’aria sollecitate da una sorgente: un amplificatore, una corda che vibra, una campana e, sollecitati a loro volta da un suono, gli organismi vegetali attivano una reazione del sistema.
UNA SCOPERTA IMPORTANTE
“Siamo davanti a nuova influenza delle onde elettromagnetiche sulla materia in genere: il principio non è musicale ma fisico”, sottolinea il maestro, ribadendo la sua volontà di approfondire le indagini in questa direzione con possibili importanti risvolti anche a livello industriale per andare oltre la scadenza e aumentare la longevità di un prodotto sugli scaffali.
ORTAGGI E AGRUMI
Questo è vero per l’olio, dove un eventuale difetto da ossidazione può essere attenuato; il test su un broccolo ha sortito un sapore più morbido e meno pungente sull’amaro; e per quel che riguarda un limone la sensazione acre è resa meno intensa grazie agli effetti della musica.
I BENEFICI DELLA MUSICA CLASSICA
“Sui benefici della Classica non è tanto questione di sinfonia, bensì di polifonia: che si suonino strumenti come la chitarra elettrica o un pianoforte, la chiave di volta è nelle partiture – evidenzia il maestro partenopeo -. Con Mozart abbiamo partiture con cui poter incrociare le polifonie e capire se rispondono a geometrie di logica e fisica, e se le ottenessimo pure coi Pink Floyd o i Led Zeppelin nei medesimi termini acustici di valore, potremmo utilizzare anche il rock nei vigneti e negli uliveti”.
IL METODO FREEMAN
Dalle sue ricerche è nato il metodo Freeman (acronimo di Frequenze e Musica Armonica Naturale) con musiche da lui appositamente composte “per avere più possibilità di entrare in empatia con il sistema e aprire le cerniere elettriche”, prosegue.
Bastano dieci minuti di trattamento del liquido a contatto con il dispositivo che emette il suono perché la trasformazione avvenga.
Le molecole trattate con la musica si riorganizzano dal punto di vista elettrico offrendo prodotti dal sapore e dal profumo gradevolissimo, ma in generale è vero per tutti gli ortaggi, per i derivati caseari e per i prodotti della terra; nonché per la pasta (solo una questione di lievi sfumature a proposito del piatto più amato dagli italiani); e persino per latte, latticini e formaggi, dove addirittura si può compiere un viaggio nel tempo e far guadagnare 6 mesi di stagionatura a una forma di Grana Padano.
OLIVITALYMED 2025
“Per OlivitalyMed 2025 sarebbe bello poter coniugare linguaggio artistico e agricoltura – aggiunge il maestro napoletano -, il proposito andrebbe consolidato in questa seconda edizione che ci fa sorridere di gioia date le partecipazioni numerose, anche estere, e la caratura, il respiro ormai internazionale della kermesse. Il seme piantato sta crescendo e pure bene, ma dobbiamo aspettare per vedere il collegamento tra arti sonore, visive e quelle agricole, orticole, olivicole e vitivinicole. Ci vorrà tempo ma l’obiettivo è questo tra i progetti ereditati dal fondatore della rassegna, il compianto Stefano Sgueglia. Il sogno è quello di collegare in maniere pratica, visibile e tangibile le arti astratte e la coltivazione, la produzione d’olio e vino”.



