Dal grano all’animale con grande selezione di mangimi di qualità, filosofia del riciclo e ottica ambientale ecosostenibile ed ecocompatibile: la poetica di Chiancheria Gourmet, ultima creatura ristorativa del gruppo Le due Torri, è tutta centrata sull’economia circolare della carne.
Obiettivo primario è coccolare il cliente con prodotti d’eccellenza, dalla cottura alla tavola e con un attenzione speciale anche al sociale attraverso il Progetto Nemo a Napoli.
Chiancheria e la sua inaugurazione in via Gaetano Salvatore 457 con una serata riservata alla stampa si sono rivelati un vero laboratorio d’eccellenze, a partire dal Corner Tartarebar, a cura dello chef executive Giuseppe Auricchio e dello chef resident Paolo Nappa.
La battuta di carne podolica in purezza, condita con una monocultivar del Frantoio Romano “Ortolana”, e il carpaccio di vitellone bianco marchigiano ripieno di stracciata di bufala e fogliolina di rucola, hanno aperto le danze egregiamente, con l’abbinamento di un fresco Gin Tonic Campania Maxima.
Se sono le bollicine, solitamente, a debuttare con l’entrée in una cena gourmet, la scelta del cocktail ha fornito subito l’idea precisa del nuovo format per il locale partenopeo, il terzo delle Due Torri dopo quello di Roma e di Vairano Scalo.
Un piccolo viaggio esperienziale tra i sapori più genuini di un vitello crudo e curato, col finger food perfetto da abbinare al cocktail preferito.
Il percorso degustativo si è fatto subito caldo con una morbidissima polpetta di ragù classico napoletano, un pan bauletto con pancia di vitello tonnato e il mini bun di Don Gennaro con piccolo hamburger e friarielli, sempre per onorare gli abbinamenti di carne e verdura più cari alla tradizione napoletana.
Un’interpretazione delle tradizioni innaffiata dall’ottima birra artigianale Lupila del birrificio Karma, e accompagnata da una sofficissima focaccia dorata (mix sapiente di olio evo e burro, impreziosito dal rosmarino), e dal casatiello napoletano che è già pronto a ricordarci la Pasqua imminente, con buona pace delle rinunce e del digiuno quaresimale.
La birra Valsugana di Cantina ha accompagnato invece la delicatissima pallina di Chiancamburger su cremoso di patate, una carne massaggiata e poi cotta alla temperatura di 68 gradi, frutto di un sapiente utilizzo di 5 tipologie di carne e tagli, divenuti col tempo un trait d’union del marchio Le Due Torri, e tutti provenienti dalle Fattorie Carpineto.
L’ottima scura Marylin, una birra artigianale del birrificio Karma, è stata abbinata alla golosa bombetta pugliese, ripiena di mortadella e provolone del Monaco, e all’arrosticino spiedino tenerissimo di vitello.
Il primo vino della serata dopo le tre birre, a sorpresa, è stato un rosso, il Falerno del Massico Riserva Angelus della Fattoria Pagano. 80% di uve Aglianico e un 20% di uve Piedirosso che hanno contribuito a smorzare le prime in questo blend corposo e deciso, felice nel suo accompagnamento del Biancostato con spinaci.
Una carne tenera come il burro, segno evidente del confronto continuo tra cucina e macelleria, nonché della cura e del benessere degli animali.
Agli ziti di Gragnano trafilati al bronzo è stato assegnato un compito importante, ovvero quello di proporre una rivisitazione della genovese napoletana con una carne tenerissima, esaltata dall’alleanza Slow food delle tre cipolle campane d’eccellenza: la ramata di Montoro, quella di Vatolla e la famosa cipolla di Alife.
Il tutto accompagnato da un deciso Fiano Cilento Pietraincantata Luigi Maffini che non ha deluso, sebbene le iniziali perplessità davanti a un piatto che chiamerebbe a gran voce un vino rosso.
Un bel fuori scena coronato poi dal doppio dessert: la mela annurca cotta sotto cenere e servita con crema e frutti di bosco, e le graffe dello chef, una coccola affettuosa che sottolinea ancora una volta il rapporto speciale con la clientela, accarezzata fino alla fine del pasto.
Presenti fino alla chiusura dell’evento, con tanto di gift box per gli ospiti selezionati coi migliori tagli di carne da assaggiare anche a casa, il responsabile marketing Marco Passariello; Salvio Passariello, DG del Gruppo; il direttore Pasquale Rusciano; il maitre sommelier Giuseppe Ventriglia; Pasquale Di Muccio, direttore commerciale del Gruppo; e Massimiliano Gallo, responsabile del controllo qualità nonché estensore della carta degli oli selezionati ad hoc per la serata.