Il caffè monodose ha rivoluzionato il mondo, esprimendo una moda che ha lasciato il segno nel rito della pausa caffè: non era facile sdoganare l’espresso, superando i confini dei tradizionali luoghi di consumo, eppure la monodose ha rappresentato, sin da subito, un’alternativa alla tradizionale moka. Una rivoluzione quella del caffè monodose paragonabile all’introduzione negli anni ’70 della bustina-filtro del tè, una novità che sconvolse il mercato e la modalità di consumo della più raffinata delle bevande. L’idea di comprimere il caffè macinato tra due veli di carta filtro mutò la concezione stessa del caffè.
Inizialmente concepita per i bar, la cialda si preparò negli anni ’80 a conquistare presto gli uffici, lanciando la moda della pausa caffè che ispirò persino nel nome sitcom americane e nostrane, nonché format e factual tv come il programma interpretato dai comici Luca e Paolo a inizio anni 2000. Fino a dominare oggi la routine quotidiana del focolare domestico. Un trend in crescita coerente con la grande attenzione, d’altro canto, rivolta a imballaggi naturali e biodegradabili da parte del consumatore.
In questo aspetto la cialda non ha rivali infatti: la dose di caffè monoporzionato, nelle quali il caffè macinato viene pressato ed è poi racchiuso all’interno di due veli di carta filtro, è smaltibile, completamente biodegradabile e facilmente riciclabile, nonché ideale per la trasformazione in compost.
La carta filtro assicura il minor impatto ambientale possibile, sia rispetto alla capsula, fatta di materiali plastici e in alluminio che finirebbero nell’indifferenziato – e sempre a patto di un comportamento responsabile da parte del consumatore -, sia rispetto alla tradizionale moka destinata all’alluminio.
Oltre alla genuinità e al profilo “naturale”, la carta filtro presenta altri innumerevoli vantaggi: uno su tutti riguarda la percolazione, legata indissolubilmente alla qualità del caffè.
La percolazione rappresenta il metodo usato per estrarre il caffè da cialde e capsule: un flusso di acqua a circa 90°C attraversa la confezione e raggiunge la tazzina, trasformandosi nel nostro amato espresso italiano.
Grazie alle sue caratteristiche fisiche, la percolazione delle cialde è molto semplice, giacché l’acqua non deve attraversare materiali resistenti come plastica o alluminio, ma solo l’involucro: questo garantisce un caffè più cremoso e sempre più somigliante all’espresso del bar! Oltre alla qualità e alla sostenibilità già citate, le cialde risultano anche il metodo più economico per ottenere un buon caffè, infatti l’assenza di plastica e metallo permette di contenere i costi.
Risparmio, sostenibilità e qualità sono i tre pilastri che rendono la cialda monodose il miglior modo per concedersi una pausa caffè saggia e attenta al benessere del “regno” come solo un monarca illuminato sapeva essere un tempo.