Ci troviamo sulla verdeggiante collina dello Scalandrone nel cuore pulsante dei Campi Flegrei, tra il lago di Averno e il lago Fusaro ed il lago Lucrino precisamente a conoscere il Ristorante L’Antico Arco ed incontrare lo chef Bruno Scotto di Vetta. Molte persone gli chiedono “Perché questo nome? Cosa significa?
La location è spettacolare, raggiungibile attraversando un lungo sentiero di campagna, Via Omero, che termina con un antico arco in pietra, il resto delle mura perimetrali di un piccolo borgo con alcune abitazioni locali. Prima dell’Arco c’è un viale alberato attorniato da ampi giardini, prati, alberi ed una piscina relax. Ed ecco la struttura ristorativa completamente immersa nel verde e all’esterno presenta un incantevole terrazza che affaccia sul mare con un panorama mozzafiato e dove ci attende Bruno con una grande ospitalità di casa. Il locale quasi racconta di lui, del suo carattere estroverso e stravagante, ma è anche il tempio di una cucina che è prima di tutto un’esperienza, un connubio tra arte e sperimentazione, tra creatività e tecnica, tra sapori di culture e ispirazioni differenti. Una cucina di mare semplice ed innovativa condita di sapori dimenticati, fedele alle usanze culinarie di questa terra attraverso ricette aggiornate alla luce di una visione contemporanea. Il polpo, il pesce azzurro, i pesci di paranza, mazzancolle, vongole e le cozze di Miseno e tante verdurine ed ortaggi stagionali, sono tutti protagonisti della sua cucina Partenopea, che danno vita a piatti unici dall’autentico sapore mediterraneo. Una passione speciale per la cucina che lo ha portato, ad aprire questa emozionante attività che ha preso forma in tenera età, nata per gioco, come pretesto per stare vicino ai propri genitori tanto amati. Un passato, un presente e futuro sono custoditi nelle ricette di famiglia ed oggi con la sua esperienza sono rivisitate senza abbandonare il legame e la tradizione del territorio. Bruno ripropone dei piatti golosi ed invitanti, che gli hanno permesso con il tempo di raggiungere ottimi risultati, apprezzamenti e la soddisfazione di vivere un sogno realizzato al sapore di emozioni come un tempo.
Bruno: – Sin da bambino sono sempre stato un buongustaio e le mie mani erano sempre ad impasticciare seguendo l’esempio di mia madre. Da lei ho sicuramente preso l’esempio della buona cucina e dei piatti che ho sempre amato, semplici ma curati nei piccoli particolari. La mia famiglia apri nel lontano 1956 a Bacoli un ristorante a conduzione familiare, La Campagnola, un punto di riferimento di migliaia di clienti che volevano gustare le tipiche specialità di mare locali. Da piccolo sono sempre stato un bambino curiosissimo e molto vivace e mi sono sempre posto una domanda: come faceva un cuoco a far da mangiare così a tante persone? Così ho sempre associato la figura del cuoco a quella di un supereroe. Mia madre era un supereroe e mi ha trasmesso la sua passione e mentre lei preparava e si smanettava tra i fornelli, io mi intrufolavo per osservarla, curiosare e acquisire il più possibile i trucchi del suo mestiere, di ogni sua singola preparazione. E tra scaffali e utensili da cucina, ho subito sentito nascere dentro, la voglia di far parte di questo mondo. Una passione, che è stata come un amore a prima vista che portavo avanti ogni giorno. Dal semplice osservare con il passar degli anni, ho messo in pratica quanto imparavo e iniziai nella mia cucina con delle piccole preparazioni di pietanze. Ritengo che l’attività del cucinare, sia ricca di stimolazioni per i cinque sensi, ed è in genere gradita a molti clienti esigenti che a tavola diventano esploratori del gusto e con la passione per il cibo locale e genuino alla ricerca di luoghi e prodotti che esprimono saperi e sapori autentici. Io ci provo…..
©Mangiamed P. Zinno












