Presentato a Vinitaly 2024, Essenze di vite è un progetto voluto, sostenuto e pensato dall’Associazione Donne del Vino, volto a sostenere il talento delle donne per un futuro professionale nel mondo del vino.
CASA MEHARI E BORSA DI STUDIO
Lo scorso 3 dicembre a Casa Mehari nel Comune di Quarto, luogo simbolo della lotta alla criminalità organizzata e della conversione in attività benefica, una serata di degustazioni di vini Passiti e di Porto è stata l’occasione per premiare la prima assegnataria campana di borsa di studio Enza Cipolletta, ex studentessa dell’IPSEOA Duca di Buonvicino.
La cerimonia si è svolta in presenza della delegazione regionale dell’associazione, presieduta in Campania da Valentina Carputo di Carputo Vini e Clivus; di Daniela Mastroberardino, presidente dell’associazione nazionale Donne del Vino; e della dirigente stessa dell’istituto Carmela Bruna Musello.
SALUTI E CONTRIBUTI ALLE DONNE DEL VINO
Hanno portato i loro saluti e contributi anche l’Assessora Regionale alla scuola e politiche sociali e giovanili della Regione Campania Lucia Fortini; il sindaco del Comune flegreo di Quarto Antonio Sabino; e la Presidente dell’ATS Mariolina Trapanese.
A quest’ultima sono andati i ringraziamenti per la calda ospitalità che ha visto il coinvolgimento dei ragazzi affetti da sindrome di Down Daniele e Alessio, dell’associazione La bottega dei semplici pensieri.
La degustazione italo-portoghese, moderata dalla giornalista enogastronomica Chiara Giorleo e condotta da Tommaso Luongo di AIS Campania, aveva un carattere esclusivamente solidale (il ricavato è andato in beneficenza).
MOMENTO CULTURALE A CASA MEHARI
Un breve video tratto dal film Fortapasc di Marco Risi, con il compianto attore napoletano Libero De Rienzo nei panni del proprietario della famosa Mehari che ha dato il nome a questo bene confiscato alla camorra e rincovertito, il giornalista Giancarlo Siani del Mattino di Napoli, è stato seguito dal monologo contro la violenza sulle donne recitato da Arturo Delogu di Artemide Cultura e Arte, e tratto da Io non ho fatto niente dello scrittore Maurizio De Giovanni.

ABBINAMENTI NELLA DEGUSTAZIONE
Taurasi e vini di Porto sono stati abbinati alla cioccolateria d’autore di Gallucci e alla pasticceria natalizia napoletana (la mitica pastiera, le sfogliatelle ricce e i lievitati di Campi Flegrei Box di Francesco D’Alena, come il panettone al vino Falanghina e alla percoca).
I PORTO
Carlos Dos Santos, direttamente dal Portogallo, ha presentato i tratti principali del mitico vino fortificato con tanti secoli di Storia alle spalle, esempio eccellente di vitivinicoltura eroica lusitana.
Una produzione complessa e specifica, risalente al III e IV secolo d.C., che si basa su 45mila ettari di terreni in tutto il mondo, patrimonio UNESCO dell’Umanità e tra le prime DOC riconosciute a livello mondiale.
LA STORIA DEL PORTO

Furono gli inglesi, in guerra coi francesi e con gli spagnoli durante la famosa Guerra dei Cent’anni sul finire del Medioevo, a chiedere ai portoghesi di aggiungere l’alcol al vino per renderlo liquoroso, attraverso un trattato commerciale che prevedesse lo scambio coi tessuti britannici.
IL PROCESSO DEL PORTO
Il processo del Porto comporta infatti l’aggiunta di Acquavite, insapore e inodore, al vino fermentato dopo 3 giorni.
Essa arresta la fermentazione e lo rende dolce, ed è sfatato il mito che lo vuole legare alla città di Porto (trattasi infatti di un’intera regione iberica dell’entroterra, quella del Douro, che prende il nome dai riflessi dorati del fiume fangoso dopo le piogge torrenziali).
I PASSITI ITALIANI
Due vini alla volta, un campano e un portoghese, negli assaggi: si è iniziato col Taurasi DOCG Pago dei Fusi 2009 di Terredora, rotondo e persistente, di grande sobrietà.
Per volgere poi al passito dell’azienda La Sibilla, il Passio 2016, con tutta la sua qualità minerale e reso ancora più complesso dall’evoluzione in bottiglia.
La conclusione, affidata al Passito dell’impresa vitivinicola La Cantina del Vesuvio, goloso e accattivante, ha visto il confronto delle 3 socie produttrici: Daniela Mastroberardino, Michela Di Muzio ed Ester Grosso.
I VINI DI PORTO
I tre Porto si sono distinti, a loro volta, per qualità e personalità: il LBV 2017 Dow’s è un Ruby denso e accogliente che con il cioccolato ha trovato il connubio perfetto; il Porto Fine Tawny Quinta doTedo ha conquistato per l’eleganza della stratificazione di spezie, frutta secca, con morbidezza e persistenza; infine TawnyGraham’s con indicazione dell’età (20 anni) di grande complessità e definizione ha sposato appieno la pasticceria partenopea ormai famosa in tutto il mondo.




