Finalmente. Dopo 8 anni di negoziati internazionali a Jeju in Corea del Sud, voto unanime del Comitato di governo dell’Unesco per l’unica candidatura italiana è stata riconosciuta l’Arte del pizzaiolo napoletano unica al mondo, Patrimonio culturale dell’Umanità Unesco.
Oggi su tutti i giornali si legge la decisione finale, decisamente meritata e legata alla produzione della Vera Pizza Napoletana , che comprende un connubio di gesti, canzoni, espressioni, esibizioni, capacità di maneggiare l’impasto della pizza. Partendo dai quartieri poveri di Napoli, la tradizione culinaria si è profondamente radicata nella vita quotidiana della comunità e per molti giovani praticanti, che amano questo mestiere da bambini, diventare Pizzaiolo rappresenta oggi più che mai anche un modo per evitare la marginalità sociale.
L’ONU ha premiato così il lungo lavoro del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali che nel 2009 aveva iniziato a redigere il dossier di candidatura con il supporto delle Associazioni dei pizzaioli e della Regione Campania, superando i pregiudizi di quanti vedevano in questa antica arte solo un fenomeno commerciale e non una delle più alte espressioni identitarie della cultura partenopea. Il dossier della candidatura e la delegazione sono stati coordinati dal professor Pier Luigi Petrillo. Al termine dell’iscrizione della candidatura, l’ambasciatrice italiana all’Unesco, Vincenza Lomonaco, ha ringraziato tutti gli Stati che hanno votato a favore dell’Italia, sottolineando la centralità dell’Italia nel promuovere le tradizioni agroalimentare nel contesto dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura. Subito dopo la proclamazione, in sala è scoppiato un lungo e fragoroso applauso che ha festeggiato il successo italiano a lungo atteso, e molti dei delegati presenti sono venuti ad abbracciare i rappresentanti italiani che nella lunga notte del negoziato finale hanno stretto in mano un cornetto napoletano porta fortuna, rosso come tradizione impone. Questo riconoscimento assume un valore importante per tutti quelli che da sempre lavorano e creano arte culinaria in città, pur rimanendo fedeli alle origini e dunque alla tradizione. Anche i cittadini ne sono fieri ed orgogliosi, e festeggiano il successo della petizione. Premiata un’arte culinaria apprezzata ed amata in tutto il mondo, il settimo “tesoro” italiano ad essere iscritto nella Lista del patrimonio immateriale dell’Unesco
©Mangiamed. P.Zinno