Il solstizio d’estate, che segna astronomicamente l’inizio della nuova stagione, è da sempre legato al ricordo di riti, alla memoria di tradizioni e alla celebrazione della bellezza e del contatto con la natura.
Non a caso il 21 giugno è Festa nazionale della Musica, data comune anche a molti altri paesi, e poco prima del 24 giugno, giorno di San Giovanni, qualcuno prepara ancora la cosiddetta acqua di San Giovanni per invocare la luce nella notte più corta dell’anno.
LA TRADIZIONE DEL MALLO DI NOCE A SAN GIOVANNI
La tradizione vuole anche che le donne scalze raccogliessero nei noceti i malli di noce, la parte verde che ricopre il frutto, nella notte tra il 23 e il 24 giugno, da far macerare per ottenere pozioni magiche e liquori degni delle streghe, al fine di sortire incantesimi, sortilegi su uomini e coppie di amanti.
LA LEGGENDA DEL NOCINO, DI CUI AMARO DON CARLO RAPPRESENTA UN EREDE
Da qui nasce la leggenda del nocino, uno degli amari più famosi del Mezzogiorno, cui si ispira, per certi versi nel sapore, ma con una ricetta completamente differente, l’amaro Don Carlo, piccola eccellenza salernitana, precisamente di Eboli, dove tutto è nato.
Correva l’anno 1994 quando Angela Caliendo, moglie di Carlo Gargiulo dell’omonima Enoteca con cui porta avanti questa impresa di famiglia, ottenne una prima formula che si componeva di mallo di noce (60%) e di un mix di erbe e spezie attentamente scelte.
LA RICETTA DI AMARO DON CARLO A BASE DI MALLO DI NOCE E SPEZIE
Il tenero mallo di noce selezionato a giugno viene lasciato macerare per 40 giorni con l’alcol e con tutti gli altri ingredienti.
Dopo questo lungo tempo di riposo, l’amaro Don Carlo raggiunge i 30 gradi alcolici e si delinea il suo tipico profilo olfattivo e gustativo.
Amaro Don Carlo è un liquore amabile ed elegante, di colore nero, dal profumo intenso di noce e spezie e dal gusto aromatico, perfetto liscio o servito con ghiaccio.
Le sue potenzialità emergono al meglio a -20°C. Dotato di un’eccellente versatilità, esso si rivela non solo come un raffinato fine pasto ma anche come alcolico da meditazione e un prezioso alleato nella mixology e in cucina per la preparazione di cocktail e aperitivi, dolci, dessert e piatti salati.

BAGNA PER TORTE E PAN DI SPAGNA
Personalmente l’ho provato a fine pranzo o cena e soprattutto come bagna per il pan di Spagna per una torta farcita d’arancia e ricoperta di glassa di cioccolato extra fondente, in un tentativo di imitazione del famoso snack Fiesta.
L’accostamento al cioccolato e all’arancia si è rivelato interessante al palato e le fette di pan di Spagna hanno ricevuto una marcia in più in fatto di aromi e di sapori, e lo dico da neofita della pasticceria, in quanto specializzato nel salato e nella cucina, piuttosto che sul fronte dolciario.
Pare che a Eboli tutti bevano l’amaro Don Carlo, apprezzato e conosciuto da tutti: un ottimo suggerimento per bartender emergenti e affermati qualora si volesse proporre un cocktail nuovo, diverso, alternativo a base di questo scrigno di sapori di noce e spezie.
LA NOCE, IL FRUTTO BENEFICO DEGNO DEI RE
“Starei in un guscio di noce e mi reputerei re di uno spazio infinito”, faceva declamare William Shakespeare ad Amleto, ma basta assaggiare questo nettare per sentirsi davvero dei principi a tavola, se non altro per il potere digestivo dopo varie portate e numerose pietanze, assicurandosi un vantaggio sui comuni mortali commensali.
Battisti invece cantava invece: “L’amore è un gesto pazzo come romper, una noce con il mento sopra il cuore”.
PREMI RACCOLTI IN ITALIA E IN EUROPA
Di sicuro l’amore e la passione che Angela e Carlo mettono nel loro lavoro sono immensi e li stanno ripagando ampiamente non solo con la fama ebolitana, perché amaro Don Carlo ha ormai varcato da tempo i confini regionali e nazionali a caccia di premi e riconoscimenti fino in Germania a Francoforte e in Francia a Lione.
Tenacia, coraccio e costanza premiano gli audaci, e il progetto Don Carlo, partito da una semplice noce, ha sortito i suoi frutti.
ATMOSFERE VINTAGE PERFETTE PER UN SORSO ECCEZIONALE
Questo amaro avrebbe ricevuto la giusta attenzione anche nei ruggenti anni ’20, in atmosfere degne di Midnight in Paris di Woody Allen, e non a caso la grafica rinnovata possiede un profumo antico e uno stile d’epoca molto particolare.
Packaging e label design rappresentano tutto per un prodotto oggi, nella società delle immagini e dei social, e sanno fare bene il loro mestiere al pari dei grafici Mario Cavallaro e Valentina Grilli che hanno puntato su tre elementi per il Don Carlo sulla bottiglia: mongolfiera, macchina a vapore e bicicletta.
I SIMBOLI SULL’ETICHETTA GIALLA E DORATA DEL DON CARLO
La macchina a vapore è il passato dei fondatori dell’enoteca che ha dato i natali a questo speciale “succo di frutta” di noce, per parafrasare e citare il film Benvenuti al Sud; la bicicletta è il presente di Carlo e Angela, prosecutori dell’attività di famiglia, che pedalano ancora per tutti verso traguardi un tempo impensabili per una piccola impresa campana; la mongolfiera è il futuro di Antonio e Rosario, i figli di Carlo e Angela, gli eredi cui viene fatto l’augurio di spiccare il volo come genitori e nonni.
Lo sfondo giallo, oltre a ben armonizzarsi con le varie componenti grafiche, rende amaro Don Carlo ben visibile sullo scaffale, esaltato dal suo colore scuro, mentre i richiami in oro impreziosiscono il tutto.
LA NUOVA ETICHETTA E L’ABBASSAMENTO DELLO ZUCCHERO
Questa nuova etichetta ha segnato l’introduzione di un cambiamento nella formula: l’abbassamento del livello di zucchero per consentire una ulteriore valorizzazione delle potenzialità di profumo e gusto, rendendo più gradevole l’assaggio e senza pensieri di eccessive calorie dopo pranzi e cene, per non parlare di percorsi degustativi.
PERFETTO PER CHI FA SPORT, RIMANENDO ATTENTI ALLA LINEA
Dopo tutto è estate, come ricordato all’inizio, ed è giusto concedersi strappi e godersi il buono della nostra gastronomia senza esagerare e bilanciando tutto, per non rinunciare a nulla.
Un amaro perfetto per chi fa sport ma ha il timore di assumere alcolici. Con Don Carlo la qualità è eccellenza, distinguendosi nel panorama campano e italiano. La noce è femmina dopo tutto, segno di eleganza e raffinatezza da millenni.




