Ci troviamo a Torraca, nell’entroterra del Golfo di Policastro, nel verde del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni e Parco Nazionale dell’Appennino Lucano.
Un piccolo paesino di circa 1250 abitanti, le cui origini risalgono alla seconda metà del IX secolo al tempo dell’istituzione del Principato di Salerno ad opera dei Longobardi che vi giunsero alla fine del VI secolo e lo vollero trasformare in un luogo fortificato. Incontriamo il Presidente dell’Associazione Culturale di Torraca, la simpaticissima Vincenza Alessio, che insieme ad un gruppo di giovani ragazzi dai diciotto ai trentacinque anni hanno creato da circa due anni, una squadra molto affiatata, che per amore verso il loro paese hanno scelto di rimanere e di impegnarsi per valorizzare e far conoscere le sue origini, la sua storia, i suoi usi e costumi, le sue tradizioni, la sua natura e la sua gastronomia.
Vincenza: –Non solo Torraca ma puntiamo a far conoscere il nostro Cilento. Con lo staff della Proloco ed il Sindaco Francesco Bianco, siamo una unica famiglia che viviamo di amore e passione per il nostro paese.
Da diversi anni il nostro preciso obiettivo è creiamo nella massima semplicità, programmi di interesse pubblico, attraverso l’ideazione, l’organizzazione e la promozione di eventi di vario genere, credendo fortemente nel concetto di collaborazione con tutti coloro che condividono con noi il medesimo interesse.
Il nostro motto è: Non bisogna andare lontano per trovare posti meravigliosi, ma semplicemente basta guardare con occhi diversi ciò che ti circonda” io insieme a cinque ragazzi , Valeria Liserre, Marco Amato, Filomena Furiati e Marino Ciamba che vanno in controtendenza ai giovani di oggi che abbandonano il Meridione. La nostra felicità è frutto di uno sforzo, certo non arriva da sola. E poi abbiamo più opportunità rispetto ai nostri genitori: la rete, internet, il cellulare, altro che lamentarsi. Ci sentiamo forti e non ci sentiamo mai da soli–
Quante cose nuove a Torraca. Dal 2007 è la prima Led City, ossia la prima città al mondo con illuminazione pubblica a LED; è il paese del Pittore Biagio Mercadante, grande artista di fama nazionale, che ne ha rappresentato magistralmente i colori, i vicoli, i paesaggi. A lui è dedicata una speciale installazione a sede urbana, con la realizzazione di un vero e proprio museo all’aperto, attraverso la riproduzione di 39 suoi quadri, distribuite nei vicoli del Borgo in apposite bacheche; celebre è il culto e la processione della Madonna dei Cordici, a cui è collegato anche il Miracolo della Madonna Dei Cordici; Torraca ha visto anche il passaggio di Carlo Pisacane che, nella storica piazzetta dell’Olmo, il 29 giugno 1957 lesse il suo famoso proclama nel quale invitava la popolazione a seguirlo nella sua sollevazione patriottica. A celebrare quest’atto è stata costruita una lapide sulla quale è stato apposto un artistico medaglione in bronzo di grandi dimensioni con l’effigie di Carlo Pisacane, modellato in suo onore dal maestro Dino Vincenzo Patroni
Torraca è una terra del Cilento ricca di doni gentili, simili all’anima di chi li abita perché i torrachesi sono ospitali e i loro costumi sono semplici e laboriosi.
Il centro storico è suggestivo e Vincenza ci accompagna per mostrarci gli stretti vicoli, le terrazze e le botteghe degli antichi mestieri ancora presenti nel cuore della popolazione, sopravvissuti nel Cilento, come il fabbro, la ricamatrice e l’artigiano dei cesti di paglia. Rapiti da questa atmosfera antica della civiltà semplice e contadina, ascoltiamo i racconti della giovanissima Presidente, le tradizioni, la cultura e di come le donne le donne a volte silenziosamente e faticosamente senza mai essergli riconosciuto da alcuno, hanno contribuito forse più degli uomini, all’economia della casa e del territorio, accudendo i figli, preparando il pane, raccogliendo legna, le olive, curando l’orto, le conserve e trasformando il lavoro tessile in autentica arte. Ancora oggi artigiani che portano avanti con sacrificio e dignità le proprie famiglie
Ci troviamo in una terra dove è la macchia mediterranea nella totalità dei suoi colori; è la terra del grano e dei campi, delle viti e degli ulivi, dei boschi e delle fascine, delle castagne e dei funghi, dei pomodori e dei fichi, dei sorbi e delle noci, dei mirtilli e delle ginestre in amore. Terra dove regna la Dieta Mediterranea, uno stile semplice del mangiar sano, non a caso la longevità è uno dei primati del luogo.
I prodotti tipici del paese sono il miele (castagno, acacia, erica), i formaggi freschi e stagionati e gli insaccati che ancora vengono preparati a mano nelle case dei torrachesi.
Vincenza:- Ogni anno, nel mese di Agosto, organizziamo la “Sagra Itinerante”, conosciuta ormai in tutto il Sud Italia, infatti essa attira migliaia di persone e non si tratta di una classica sagra, ma di un vero percorso culturale e storico tra i vicoli suggestivi del Borgo, accompagnato da un piacevole viaggio gastronomico con dei piatti tipici ed i diversi sapori della tradizione antica culinaria.-
Uno dei posti più caratteristici da visitare prima di lasciare il magico borgo di Torraca è il Castello Baronale Palamolla.
Un antico borgo medievale, raccolto attorno a quella che fu una Fortezza Svevo-Angioina che dalla fine del XVI secolo, è stata trasformata nel Palazzo Baronale dei Palamolla. Nel 1852 è stato ospitato il Re di Napoli, Ferdinando II di Borbone, come dimostra la lapide apposta sulla sala del primo salone.
Ogni anno, in estate, va in scena la Rievocazione Storica in suo Onore: una sfilata in costume d’epoca per le vie del paese, con quadri viventi dei mestieri del tempo e degustazione dei piatti dell’epoca, il tutto accompagnato da tanta musica e divertimento. Poi c’è la visita al Castello che sorge su uno sperone roccioso intorno al quale si sviluppa concentricamente il borgo, cinto da mura merlate che terminano con una torre poligonale. Fu costruito nel XVI sec. sui resti alto-medievale, rimaneggiata dalla Famiglia Palamolla, una ricca famiglia di mercanti di origine angioina ed ultimi feudatari di Torraca che con Decio Palamolla, ne avevano acquistato dalla famiglia Gambacorta, nel 1599, il Feudo, mantenendone la proprietà per oltre duecento anni. Il loro stemma si trova all’ingresso, fiancheggiato da due cariatidi dipinte
Oltre al Castello Baronale è possibile ammirare la “Scala dell’amore”, il “Pozzo Dei Desideri”, monumenti ed antichi portali. Per gli amanti della natura, si possono visitare i sentieri e le grotte di Natura, grazie ai nostri amici il dott. Agronomo Vincenzo Bevilacqua e il dott. Mario Martino che si occupano della spiegazione didattico-botanico delle specie presenti e della parte storica, climatologica e geologica dell’area.
Vincenza:– con l’ Associazione, abbiamo iniziato diverse iniziative, attraverso eventi mensili allo scopo di promuovere la conoscenza, la tutela e la valorizzazione di beni artistici, culturali, ambientali e storici. Questo ci ha permesso di promuovere la riscoperta dei luoghi, delle tradizioni rurali e degli antichi mestieri. Ci siamo occupati dei grani antichi e della pasta fatta in casa con Pietro Cifrodelli, allestendo un piccolo laboratorio dove ogni partecipante si è cimentato nella realizzazione di Cavatelli, orecchiette, fusilli e tanti biscotti. Abbiamo organizzato incontri per la presentazione di libri, l’ ultimo è stato “Nutrisano: La Dieta Mediterranea come stile di vita” durante il quale abbiamo avuto esperti del settore come Giovanna Voria, Giuseppe Cilento, Maria Di Vece, Maria Teresa Radesca e Giovanni Nicoletti;
Da Dicembre dell’anno scorso , il nostro Castello Baronale Palamolla anche sede dell’Accademia della Cucina Contadina, il cui direttore artistico è Enzo Crivella e ne siamo orgogliosi.
Per fare “rete” , hanno partecipato e collaborato a vari eventi come Anima e Cibo a Maratea, collaterale al Capodanno Rai e di un servizio del TGR Itinerante Campania e su Rai Uno, dove protagonista è stata la bellezza del nostro paese
I Piatti più importanti della Tradizione Cilentana:
- I Fusilli , il piatto principe della domenica, che vanno cavati con il ferretto
- Alici di menaica, tipiche di Pisciotta, spesso cucinate ripiene di formaggio caprino e dette alici ‘mbottunate
- Cacioricotta: un formaggio di latte di capra, pecora e mucca che somiglia molto alla ricotta.
- Fichi bianchi dop devono il loro nome al colore giallo chiaro della buccia, una vera prelibatezza soprattutto quando vengono essiccati e ricoperti di cioccolato
- Mozzarella co’a mortedda conservata in rametti di ”mortedda” nome dialettale del mirto
- Ceci di Cicerale con le lagane: piccoli legumi ricchi di sali minerali e tipici del paese di Cicerale
- Cicci ammaretati: zuppa di legumi nata in tempi in cui i contadini “sposavano” le rimanenze dei baccelli che avevano in casa. E’ composta da ceci, lenticchie, mais, frumento, borlotti, cannellini e castagne
- Freselle con pomodoro: una fetta di pane messa nuovamente nel forno (e dunque bi-scottata, spugnata con un po’ d’acqua
- Cavatelli con il ragù: una pasta fresca chiamata così perché i tocchetti di pasta vengono “cavati” con le dita
- Ciambotta: un piatto della tradizione povera cilentana a base di verdure con patate, melanzane, pomodori, peperoni, peperoncino, cipolla, erbe aromatiche
- Maracucciata: una polenta a base di ”maracuoccio”, piccolo legume simile al pisello
- Pizza chiena: il nome indica la cosiddetta “pizza ripiena” e si definisce “chiena” proprio per la sua consistenza, in quanto è farcita con salumi e formaggio. Si usa prepararla il venerdì Santo, così che possa riposare per tutto il giorno, pronta per essere gustata il giorno di Pasqua o Pasquetta
- Scauratielli zeppole cilentane della tradizione natalizia intrecciate a forma di fiocco e aromatizzate con rosmarino
©Mangiamed P.Zinno