Rinnovato interesse, grande attenzione e un consolidato successo hanno accompagnato la nuova edizione dell’evento a Cuma legato al raccolto del pomodoro cannellino flegreo del 22 luglio scorso.
IL POMODORO DI CUMA
L’azienda Cumadoro, in collaborazione con l’Associazione del Pomodoro Cannellino Flegreo e con il patrocinio del Parco Archeologico dei Campi Flegrei, l’Ente Parco Regionale dei Campi Flegrei e il Comune di Pozzuoli, ha organizzato la manifestazione.
Esso da oltre un quinquennio è tornato con forza a impegnare gli orti flegrei all’ombra di uno dei siti archeologici più famosi e iconici dei campi “ardenti”: Cuma.
NOTE STORICHE E ORIGINI DEL TEATRO DELL’EVENTO
Prima polis in assoluto della Magna Grecia, la città di Cuma (Kyme) vide i natali intorno all’ VIII secolo a. C. grazie ai greci che, dopo aver sviluppato un primo emporio commerciale sull’isola di Ischia, decisero di ampliare i loro domini.
In breve tempo Cuma divenne una delle colonie più importanti per la diffusione della cultura greca in tutto il territorio.
La città esercitò infatti una grande influenza politica, dando vita ad altri importanti centri come Dicearchia, l’attuale Pozzuoli, e Partenope.
Dopo la famosa battaglia di Cuma, grazie alla quale gli Etruschi subirono la sconfitta definitiva, l’ascesa del tiranno Aristodemo e la conquista da parte dei sanniti, Cuma entrò ufficialmente nell’orbita romana col titolo di civitas sine suffragio.
IL MITO, I FASTI E IL DECLINO DI CUMA

L’imperatore Ottaviano Augusto trasformò Cuma e tutti i Campi Flegrei in un vero e proprio presidio militare, impreziosendo la città di monumenti.
Grazie all’Eneide di Virgilio Cuma entra ufficialmente nel mito, dimora della Sibilla che aiutò il valoroso Enea.
IL MEDIOEVO DI CUMA
In epoca medioevale però Ostrogoti, Bizantini, Longobardi e Saraceni segnarono il rapido declino della città, che i napoletani distrussero nel 1207.
A pensarci bene quella che era stata una delle figlie primigenie cumane sulle coste dei due golfi, la Neapolis subentrata a Partenope, “uccise” la madrepatria antica.
DAL GRAND TOUR ALLE INDAGINI ARCHEOLOGICHE
Tra Settecento e Ottocento i resti della città divennero oggetto di interesse per viaggiatori e appassionati.
Insieme alle bellezze dei riscoperti centri vesuviani, anche Cuma e tutti i Campi Flegrei tornarono alla memoria del mondo.
Molti sono i reperti tornati alla luce grazie ai primi scavi attuati all’inizio del Novecento.
IL PARCO

Il parco archeologico di Cuma nacque nel 1927 grazie alle campagne di scavo ufficiali dell’archeologo Amedeo Maiuri sull’onda dell’interesse per il mito virgiliano.
In poco tempo venne delineato il profilo dell’antica città con un’acropoli situata sulla sommità del promontorio, dove oggi è possibile ammirare il celebre antro della Sibilla: un’antica cava per l’estrazione del tufo convertita dai romani in galleria militare.
Nella parte superiore, passando per la torre bizantina e per il belvedere, si arriva al tempio di Apollo e ai resti del tempio di Diana, anche se in base agli studi si è avanzata l’ipotesi secondo cui il tempio della dea dovrebbe essere stato dedicato ad Asclepio.
Più a valle un nuovo cantiere ha portato alla luce i resti di una chiesa bizantina e percorrendo la via sacra si arriva alla sommità della collina dove ha sede il tempio di Giove.
IL POMODORO CANNELLINO FLEGREO
Coltivato all’ombra di quello che era una sorta di parco degli Dei, di santuario classico per eccellenza dei coloni eubei e poi dei romani dopo, il pomodoro cannellino flegreo raccoglie il favore anche dall’assessore all’Agricoltura della Regione Campania Nicola Caputo.
Egli non ha mancato di ricordare, nel corso delle interviste a margine della visita guidata per la stampa, l’importanza di questa eccellenza.
“Il nostro compito è quello di accompagnare il cannellino flegreo verso il riconoscimento della denominazione d’origine protetta, già forte di un’espansione senza precedenti sui mercati, da quello regionale a italiano, e dal nazionale a quelli esteri”, ha sottolineato Caputo.
«Il tour del Pomodoro Cannellino Flegreo è ormai un appuntamento estivo ormaistabile» – ha dichiarato infatti Giovanni Tammaro dell’azienda Cumadoro.



