La storia della Pizza ha un percorso molto antico e affascinante e grazie alla “creatività” e al gusto del popolo napoletano, che ha conosciuto una nuova vita, assurgendo ai più alti livelli di bontà e di popolarità. Già agli albori della civiltà, i chicchi di grano venivano pestati e poi arrostiti su pietre roventi. Il primo forno lo hanno inventato gi Egizi dove avveniva la cottura della focaccia lievitata. Questa focaccia impastata, era diffusa nel bacino del Mediterraneo già molto prima della nascita di Cristo e continuò ad essere presente per tutto il medioevo. Anche a Napoli la “Pizza” che vi si mangiava era infatti una focaccia simile a quella che si mangiava dalle altre parti
Qualche differenza comincia ad emergere tra il 500 e il 600: in questo periodo infatti fa notizia a Napoli di una “pizza chiamata alla Mastunicola“, con foglie di basilico strutto, formaggio e pepe. Poi nel 700 la Pizza rotonda si arricchisce di un po’ di pomodoro, aglio e olio a crudo, o a cotto, diventando un cibo diffusissimo in tutta la Città. Nella Cucina Napoletana erano già presenti cospicuamente il pomodoro, i latticini, la farina, il basilico che erano ingredienti poveri e rigorosamente legati al territorio. La Pizza era buonissima, la mangiavano i poveri e i ricchi, i nobili e i plebei, che spesso abitavano nelle stesse strade, nelle vicinanze di Palazzo Reale. Dalle Botteghe di allora a tutte le ore c’era profumo di pane cotto, e dai forni usciva un ragazzino con un contenitore di latta sulla testa: la “stufa”, in cui le pizze venivano tenute in caldo, per essere vendute in giro.
Nacquero così le prime Pizzerie e già nel 1860 era già diffusa l’usanza della pizza ogg’ a otto, ovvero una pizza a credito che le persone più povere potevano consumare subito, contando sugli otto giorni a seguire per trovare un lavoro e guadagnare i pochi spiccioli necessari a saldare il debito. Le Botteghe avevano all’interno dei tavoli, ma vendevano sempre la pizza “da asporto”. Il cliente la piegava in quattro, “a libretto”, e se la mangiava andandosene in giro per le sue faccende.
Un’altra storia affascinante è quella della Famiglia Sorbillo, Tradizionali Pizzaioli Napoletani. Luigi, Capostipite della famiglia Sorbillo con la moglie Carolina, fondò negli anni 30 una piccola Pizzeria di quartiere, a Via dei Tribunali. Luigi si occupava della Pizza da forno mentre Carolina era bravissima a preparare la Pizza fritta, definita anche “pizza del popolo” perché nel dopoguerra era venduta per le strade dalle donne, per arrotondare l’economia familiare. Una famiglia molo unita con 21 figli. Il primo figlio è Rodolfo, padre di Luciano, fu il pizzaiolo che negli anni ‘50 inventò la pizza con il cornicione ripieno di ricotta.
Una Passione quella di Luciano Sorbillo, tramandata con Amore e Tradizione. Oggi il ragazzo del popolo è diventato un grande Maestro dell’Arte Bianca che silenziosamente con tanta forza e tenacia nel proprio mestiere, ha dimostrato grande bravura, umiltà e soprattutto professionalità nel suo lavoro. Luciano: – Una Pizza quando è preparata a regola d’arte può regalare emozioni e sapori autentici grazie alla genuinità dei prodotti e alla ricerca continua di ingredienti di qualità come la farina per l’impasto, il pomodoro e le farciture profumate.-
La sua Pizzeria sorge nel cuore del quartiere Vomero, accanto lo Stadio Collana. Un piccolo locale a Via Acitillo, accogliente e confortevole dove punta alla rvisitazione della Pizza Napoletana in chiave innovativa. Ricette accurate, ingredienti di qualità, farina tipo 1 macinata a pietra, pomodoro italiano Cirio di alta qualità e mozzarella Dop Campana.
Arredi Perfettamente in linea con la sua proposta gastronomica, si rifà ad uno stile semplice ed essenziale ma allo stesso tempo funzionale ed accogliente. Le calde ed avvolgenti tonalità di colore che dominano la sala crea la giusta atmosfera di convivialità Napoletana: i tavoli e le sedie color legno che creano un‘atmosfera calda e familiare, le pareti impreziosite da mattonelline azzurre fresche, accessori presepiali antichi e una particolare corda che attraversa la sala, alla quale c’è della biancheria con mollette, simbolo dei vicoli di Napoli. Il forno su un lato della sala a vista, che dà la possibilità di osservare la manualità nella preparazione della Pizza ed interagire anche con il sorridente Maestro Luciano.
Alcune specialità della casa. Pizza Margherita “Luciano” con prosciutto cotto. la Pizza “ripieno aperto”. Pizza Rodolfo dedicata a suo padre grande Maestro, con il bordo ripieno di ricotta di bufala, pomodoro pelato e in uscita scaglie di Parmigiano e rucola fresca. La Pizza Marinara con origano aglio ed Olio Evo. La Pizza Fritta Classica. La Montanara con pomodoro e parmigiano. La Margherita Dop.
Non è un caso se da buona napoletana gli abbia chiesto qual’è il segreto di una buona pizza. E non è un caso che lui, nel modo più naturale possibile, mi abbia risposto: – il segreto è scegliere ingredienti e materie prime di qualità. Ho sempre avuto un rapporto viscerale nei confronti della Pizza. Ho iniziato da bambino e collezionando emozioni ed esperienze fantastiche, sentivo crescere in me il bisogno di conoscenza che ha accompagnato costantemente ogni fase evolutiva del mio percorso, spingendomi sempre di più verso il lato tecnico della cosa con una grande passione che sentivo dall’anima! Credo che la passione non possa “nascere” improvvisamente ma bensì cresce con te, si nutre di te, ed esplode fino a rapirti mente e cuore!
25 giugno 2017
di P.Zinno