In Sicilia a Siragusa la situazione delle arance è drammatica. Le arance sono abbandonate a terra e la polpa marcia brucia al sole. Il 30% degli agrumeti è abbandonato e tra due anni non ci sarà più niente- questo dicono alcuni agricoltori del posto. Non ci sono soldi nemmeno per raccogliere le arance e molte rimangono sugli alberi, appassiscono e rotolano a terra, come palline da tennis sparate a casaccio.
Le responsabilità del disastro sono di tanti: dalla concorrenza dei Paesi africani (Tunisia e Marocco) alle politiche dell’Ue che causano molti danni alla nostra economia. È un mercato in perdita, con le spese di produzione che superano del doppio i ricavi di vendita i sono nulli. Sembra impossibile che la regione degli agrumi che sembrano soli e dei pomodori più saporiti del pianeta abbandoni la sua ricchezza. La Sicilia si piega alla concorrenza famelica dei Paesi del Nordafrica, agevolati da dazi sempre più bassi, da accordi bilaterali vantaggiosi, come per il Marocco, e a un embargo russo alla Turchia che riversa così sull’Europa, e sull’Italia in particolare, ciò che un tempo prendeva la via di Mosca.
«Questa – ci dice Angelo ” un agricoltore” – è una terra dalle proprietà organolettiche eccezionali. Terra e acqua insieme, un miracolo della natura. Fino all’anno della disgrazia. Non so se andremo avanti. Come noi molti altri». Sono parole disperate che suonano come una resa definitiva.
La merce italiana e quella siciliana in particolare, deve affrontare una concorrenza spietata, sfidare i prezzi irrisori della frutta e della verdura che arrivano da Paesi dove il costo della manodopera non supera i due-tre dollari l’ora contro i 6-7 euro di quella italiana, dove si produce con costi base molto bassi, che mette sul mercato merce contraffatta e spacciata per italiana, e infinitamente meno soggetta a controlli. Non abbiamo la minima idea di quello che arriva da fuori – spiega Mario Guidi, presidente nazionale di Confagricoltura, in macchina durante una lunga ispezione in Sicilia, tra le melanzane e i pomodori abbandonati nella zona di Punta Secca e le arance calpestate dal sole lungo la strada per l’aeroporto di Fontanarossa: i frutti appassiti e non raccolti cadono addirittura sull’asfalto della Statale. L’ Expo per noi è stato un danno perché ha distratto la classe politica per un anno.- Molte volte le arance sono luminose e resistenti all’esterno, ma se li vai a odorare si sente proprio il medicinale all’interno e ma nessuno fa i controlli. Il prodotto nelle aziende agricole è stra-verificato, quello di importazione no perchè nei porti la merce non può essere controllata camion per camion e questo comporta dei rischi anche per la nostra salute. Ad esempio, nei Paesi del Maghreb a forte esportazione di ortofrutta vengono usati pesticidi che non sono più utilizzabili in Europa. I nostri invece sono biodegrabili e ovviamente costano molto di più.
La Sicilia da due anni non pubblica il piano di programma rurale 2014-2020. Ci sono come in ogni cosa speculatori e spesso si legge che attaccano un’etichetta italiana, ma dentro la cassetta non c’è quello che loro dicono. Patate, meloni, angurie: succede frequentemente. Secondo uno studio della Coldiretti, all’estero sono falsi due prodotti dell’agroalimentare italiani su tre, e quindi due terzi di un mercato da 60 miliardi di euro sarebbero frutto di contraffazioni. Quello che manca in Italia è la capacità di mettersi insieme. Solo in questo modo si potrebbero imporre prezzi diversi all’industria, più controlli sulle merci e più aiuti dal governo.
Il modello della Spagna presenta esportazioni di frutta che vanno forte, e i costi di produzione sono inferiori proprio per maggiori agevolazioni statali. Dicono gli agricoltori – In tanti Paesi si muore di fame e noi abbiamo le arance a terra. Qui non moriamo ancora di fame ma non abbiamo più i soldi. Siamo trattati come merce di scambio con la Tunisia. –
Le Arance sono il simbolo della Sana Alimentazione, che sono in grado di migliorare la qualità della vita e ridurre il rischio di cancro grazie alle loro straordinarie proprietà. Contengono gli antociani, pigmenti naturali dagli eccezionali poteri antiossidanti, e circa il quaranta per cento in più di vitamina C rispetto agli altri agrumi.
26 Marzo 2017
di Patrizia Zinno