
Si arricchisce ulteriormente il parterre degli ospiti del MGFF, il Magna Graecia Film Festival 2025, evento cinematografico ideato dai fratelli Alessandro e Gianvito Casadonte e dedicato alle opere prime e agli autori emergenti, che si terrà a Soverato dal 26 luglio fino al 2 agosto.
Nella perla dello Jonio arriverà infatti anche Kim Rossi Stuart, il quale sarà protagonista di una conversazione sul palco dell’arena moderata dal giornalista e documentarista Fabrizio Corallo.
L’attore italiano, premio David di Donatello come regista esordiente per il suo bellissimo debutto del 2006 dietro la macchina da presa (e anche davanti in quell’occasione, come ha sempre fatto egregiamente in carriera, del resto) Anche libero va bene, quest’anno è stato una delle poche certezze nel cast di una serie tanto attesa quanto divisiva in merito al risultato artistico.
IL GATTOPARDO CON KIM ROSSI STUART

Uscita a marzo 2025 sulla piattaforma Netflix, la serie TV Il gattopardo, tratta dall’omonimo romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, è il secondo prodotto filmico che affronta quest’anno il tema dell’Unità d’Italia dopo la pellicola di Roberto Andò, L’abbaglio.
È stata girata nel caldo torrido siculo tra la primavera e l’estate del 2023 a Palermo e dintorni, e le riprese dei paesaggi siciliani conferiscono un valore aggiunto e un aggiornamento rispetto al film di Luchino Visconti.
OGNI CONFRONTO COL FILM DI VISCONTI SAREBBE INOPPORTUNO
Col capolavoro del cinema italiano il paragone si può fermare anche solo qui: in primis perché una serie tv a puntate, per di più rilasciata in un solo giorno agli utenti della net tv è un’opera dalla fruizione completamente diversa rispetto alla visione in sala, con trame approfondite e aggiuntive; e poi perché, al netto dell’ottimo Kim Rossi Stuart e della brava Benedetta Porcaroli tra i protagonisti, ci sono parecchie belle presenze ma tutte senz’anima.
“Affinchè tutto resti uguale, bisogna che cambi tutto”: l’adagio lampedusiano pronunciato da Tancredi nel trailer e fin dai primi episodi qui non funziona del tutto.
INCIPIT FOLGORANTE

Affascina l’incipit con questo mondo antico e decadente, già morto senza sapere ancora di esserlo, dell’arcaica Sicilia del Gattopardo e dei vari gattopardi legati alla casa reale dei Borbone, dinastia regnante nell’allora Regno delle Due Sicilie.
Il principe di Salina (un rassegnato ma irascibile Rossi Stuart) deve fare presto i conti coi moti di Palermo e con l’impresa dei Mille di Garibaldi che si avvicina e che conta di prendere la capitale dell’isola per reclamarla al nuovo stato sabaudo.
Il ribelle nipote Tancredi, segretamente innamorato di sua cugina Concetta, promessa però al monastero, abbraccia subito la causa, perdendo anche un occhio, prima di perdere la testa per la giovanissima Angelica Sedara.
La figlia di Calogero Sedara è interpretata da Deva Cassel, figlia d’arte, almeno per parte di padre, di Vincent Cassel e Monica Bellucci.
DEVA CASSEL, ANGELICA SEDARA NEL GATTOPARDO

Nonostante una buona prova ne La bella estate, ogni confronto risulterebbe sacrilego con la Claudia Cardinale diretta da Visconti, e purtroppo la ragazza dimostra ancora quanto sia acerba rispetto alla collega di set come la Porcaroli.
Così come Saul Nanni, che eredita il ruolo di Tancredi da Alain Delon, è bello, prestante ma ancora fragile in scena.
REPARTO TECNICO CURATO E POCHE CERTEZZE TRA GLI ATTORI DEL GATTOPARDO
Non bastano le scenografie sontuose, la fotografia che restituisce i colori e quasi i profumi isolani, o i bei costumi a risollevare alcuni momenti decisamente sottotono.
Interessante il discorso sull’aristocrazia viziata e corrotta, incapace di evolversi, migliorare, aprirsi al mondo e alla nuova compagine statale, desiderosa solo di rifugiarsi a Donnafugata e di perpetuare banchetti e gli iconici balli che resero immortale il film viscontiano.
Ai Nastri d’argento, che si sono aperti alle serie tv come i Golden Globe, sono andati in nomination infatti solo Stuart, Porcaroli, Paolo Calabresi (il curato di famiglia occasionalmente in campagna) e Francesco Colella. Una conferma anche il napoletano Francesco Di Leva, anche lui presente alla kermesse di Soverato.



