Se il nome di Vincenzo Restivo non vi risulta nuovo, è perché può già vantare come autore diverse pubblicazioni, e persino un romanzo breve da cui è stato tratto un film, partito dal Festival di Venezia e passato per altre varie kermesse internazioni, che è poi approdato su Netflix nel 2022.
La Santa Piccola, girato a Napoli e con attori napoletani, gli ha regalato nuova visibilità, con rinnovato interesse per l’opera letteraria e conseguente aumento delle vendite.
Per il bravo Restivo, classe ’82 e professore di lingue iberiche, questi ultimi 3 anni sono stati forieri di tante soddisfazioni: nel 2020 la sua ultima fatica, Maregrigio, si è aggiudicata il Napoli Cultural Classic, nonché il premio della microeditoria, ed è stato selezionato per Casa Sanremo, dove verrà presentato il 9 febbraio nella cornice del Festival della Canzone Italiana 2023.
Con una piccola sorpresa che non possiamo ancora svelare e di cui magari saremo i primi poi a dare notizia successivamente.
Vincenzo, ci parli di Casa Sanremo e di questa imminente esperienza.
Casa Sanremo è una realtà che da tempo punta sulla valorizzazione dei prodotti di qualità del panorama artistico italiano, spaziando dal cinema alla letteratura. Un invito di cui sono molto contento ed entusiasta, che continua a darmi forza e che mi spinge a proseguire su questa strada della narrativa, la strada giusta nella mia vita. Non è il mio lavoro principale, però mi consente di mettere tutto me stesso in quel che faccio, con passione e dedizione. Per me è una sorta di riscatto personale.
Maregrigio, pubblicato da Milena Edizioni, è un’altra storia dai temi forti, come fu La Santa.
Per la sua scrittura sono partito dal triste caso di cronaca dei fratellini Ciccio e Tore di Gravina di Puglia, tragicamente scomparsi in un pozzo. Come capita spesso di fare con eventi di cronaca che mi ispirano, ho romanzato i fatti attraverso un processo analitico, per poi costruire un discorso corale di vari personaggi pescati dal mio patrimonio personale, come accadde per La Santa Piccola.
Netflix le ha dato visibilità con La Santa e Casa Sanremo sicuramente offrirà nuove opportunità, ma le dispiace essere ancora un autore di nicchia?
Assolutamente no, anzi, rivendico maggiore indipendenza e libertà di espressione con case editrici piccole, rispetto a quelle che avrei con realtà editoriali più grandi e affermate. I paletti del mainstream non fanno per me.
Mangiamed nasce come blog di enogastronomia e si è poi dedicato anche alla cultura e allo spettacolo, perciò una domanda sul suo piatto preferito nasce spontanea. E sulla correlazione creativa tra letteratura e cucina.
Tra i dolci amo il Montblanc, ma preferisco preparare di più piatti salati, tra cui il famoso maiale alla Alentejana di origine portoghese con sugo di vongole e patate. Il Portogallo è un paese che amo e che visito spesso, del resto sono laureato in lingue iberiche. Lo preparo frequentemente e anche mio fratello ha imparato ad apprezzarlo. Amo viaggiare, ho ripreso a farlo con la fine delle restrizioni anticovid, perché mi aiuta a sperimentare sia nella scrittura, sia in cucina con le spezie, le materie prime e i prodotti acquistati all’estero. La cucina è sperimentazione al pari della letteratura, una combinazione di elementi e sapori dai risultati sempre sorprendenti.