
Due isole al centro dell’attenzione mondiale, una perché Capitale Italiana della Cultura 2022 ormai uscente e l’altra, purtroppo, per i terribili fatti di Casamicciola di novembre 2022: Ischia e Procida hanno accolto una convention di due giorni, il 13 e 14 gennaio scorsi, dal titolo evocativo e dal logo ancor più suggestivo, Coltivare il futuro, con l’albero della vita oggi custodito in un antico reperto archeologico del Museo di Pithecusae.
La cultura del territorio, il sapere dei cibi e delle coltivazioni plurimillenarie, la conoscenza del paesaggio si sono intrecciate inevitabilmente alla cronaca più recente, con l’alluvione ischitana del 26 novembre 2022 che ha riportato alla ribalta il tema del dissesto idrogeologico, figlio degenere a sua volta del cambiamento climatico in corso, troppo spesso negato e sottovalutato.
RAVINO A ISCHIA

Con una prima tappa ai giardini di Ravino si è aperto il tour guidato del 13 gennaio, seguito da un veloce passaggio ai giardini La Mortella a Forio e poi a Villa Arbusto, sede del museo archeologico di Ischia, dove passato e presente dialogano attraverso i manufatti antichi ritrovati sull’isola verde, che testimoniano una civiltà longeva e ricca di attività dai Fenici ai Greci, dai Romani fino al Medioevo, passando per le varie dominazioni e dinastie che hanno ancorato Ischia alle sorti del continente.
VIVARA
E proprio lo stato di salute di uno dei gioielli dell’arcipelago campano, l’isolotto di Vivara a Procida, ha riportato la mente ai fasti borbonici nel corso di una piccola visita “esterna” sul ponte che la collega alla Capitale italiana della cultura, svoltasi il 14 gennaio, in cui la storia dello “spicchio di agrume”, colorato dal mare e dalla macchia mediterranea, si trasforma in una cartina di tornasole dell’impatto antropico sulla natura. Un piccolo laboratorio a cielo aperto della biodiversità, indice purtroppo anche delle invasioni botaniche aliene e degli sconvolgimenti causati dall’effetto serra.
PROCIDA
Esempio lampante, analizzato dal Dott. Michele Scotto Di Cesare – guida naturalistica della RSN di Vivara – nel corso della seconda giornata di lavori presso la sala consiliare del Comune di Procida, è la trasformazione di un vecchio sentiero a pascolo, ridotto ormai a una landa arida e priva di fiori a causa delle popolazioni di roditori, cresciute a dismisura, e degli stress termici dovuti al surriscaldamento globale.
GAIA

Che l’organismo Gaia – la dea Greca con cui oggi si intende l’ecosistema terrestre – fosse malato è cosa nota ai più, ma che persino i giardini botanici potessero correre il rischio di scomparire o deturparsi definitivamente è notizia allarmante, come si è evinto dal lavoro di Francesco Ferrini, professore di arboricoltura generale e coltivazioni erbacee presso la Facoltà di Agraria dell’Università di Firenze: i vecchi parchi nati dalla tradizione del giardino all’italiana sono ormai storici, appartengono infatti a un’epoca completamente diversa dalla nostra, e sono destinati a mutare “faccia” definitivamente con l’innalzamento delle temperature.
Aumento che rischierebbe addirittura di mettere in crisi l’antico primato tutto mediterraneo della viticoltura tra Spagna, Francia, Italia e Grecia, coi primi tre paesi alle prese con una riduzione massiccia delle produzioni in caso di aumenti di due o persino 4 gradi centigradi della temperatura globale entro il 2050.
LA VIGNA
“La vigna, tipica del paesaggio italiano e del bacino mediterraneo, rischia di scomparire al Sud e sta avanzando verso Nord, e la prova è data anche dalle prime DOP del Regno Unito o degli spumanti scandinavi”, ha spiegato Stefania Vinciguerra, giornalista professionista e caporedattore di DoctorWine. Campanelli d’allarme che invitano a riflettere e a ripensare anche a metodi di pesca più rispettosi del mare, di concerto con gli attori della ristorazione, come suggerito da Antonino Miccio, direttore dell’Area Marina Protetta di Ischia e Procida “Regno di Nettuno”.
Habitat più resilienti, un pescato che non ricada più su 10 – 12 specie marine (tipico dell’attività industriale di massa, a differenza di quella artigianale) e la fine dell’ancoraggio sulle praterie di Posidonie potrebbero invertire la rotta e scongiurare il disastro imminente nell’antico Mare Nostrum, culla di imperi e civiltà i cui echi sono custoditi nelle terracotte rinvenute a Vivara e nell’antica colonia greca di Pitecusa, l’attuale Ischia.





