“Ci sta, anch’io ho preso una pausa. Ehm, ascolta, con te è diverso, farà ridere, tutto quello che vuoi, però sento una connessione, non so cosa farci!“, confessa l’emozionato Thomas all’imbarazzato Antonio, che poi lo rassicura: “Come hai detto che ti chiami, Thomas , giusto? Non c’è bisogno di queste frasi a effetto, stasera scopiamo comunque, ok?”. E Thomas rilancia, prima di dargli un bacio: “E domani?”. Questo piccolo, tenerissimo dialogo compare a circa un’ora e passa dall’inizio del film e racchiude in tre battute l’essenza stessa di Maschile Singolare: l’amore fugace, leggero, scanzonato, ma anche quello più serio, impegnato, come investimento di coppia e su sé stessi.
Sceneggiatura ben calibrata, dialoghi asciutti e spesso folgoranti, scambi e riflessioni esistenziali che sembrano quasi rivolti allo spettatore, una fotografia ben confezionata e tutta la freschezza di un poker maschile plurale di attori belli, bravi e già noti agli appassionati di fiction televisive: Gianmarco Saurino (la fiction RAI DOC), Giancarlo Commare (Sul più bello, Skam e Nuovo Olimpo), Eduardo Valdarnini e Lorenzo Adorni (Volevo fare la Rockstar, Guida astrologica per cuori infranti). Senza dimenticare l’immensa Michela Giraud.
La pellicola, diretta a quattro mani da Matteo Pilati e Alessandro Guida, è una commedia agrodolce, pensosa, divertente e a tratti molto malinconica, che avrebbe meritato senza ombra di dubbio il passaggio in sala nel 2021, considerando anche le riaperture dei cinema, e molto più di tanti film e opere prime passate sul grande schermo in questi anni. All’epoca uscì solo su Prime Video, la piattaforma di Amazon in cui è ancora disponiible per l’acquisto e il noleggio, ma oggi finalmente c’è un seguito: Maschile Plurale, dal 15 febbraio nei cinema.
GIANCARLO COMMARE/ANTONIO
Commare veste i panni di Antonio, marito devoto ma disoccupato, che si ritrova improvvisamente senza il compagno di una vita, senza casa e soprattutto senza lavoro.
Laureato in architettura con poca fortuna e appassionato di dolci, il giovane siciliano non ha costruito nulla in vita sua e si è adagiato troppo nella dipendenza affettiva ed economica dal suo sposo, pagandone improvvisamente – causa divorzio -, tutte le conseguenze.
Ma se è vero che dalle situazioni spiacevoli può nascere il bene e che ogni crisi è un’opportunità preziosa di cambiamento e rinnovamento, anche la separazione di Antonio aprirà strade inaspettate e gli farà incontrare nuovi amici, amori, nonché trovare un lavoro e una casa.
A cominciare proprio dal coinquilino bohemien Denis, passando per l’aitante fornaio incontrato in palestra prima da sposato e ritrovato poi nella bakery per un colloquio di lavoro notturno, fino a Thomas, fotografo emiliano ma d’adozione milanese, con cui capirà fino in fondo la lezione della nonna sul mascarpone: per un buon tiramisù non va comprato già fatto, e se lo si prepara bene, ma davvero bene, è buono da mangiare anche solo così, al cucchiaio.
IL MASCARPONE
Il formaggio del semifreddo italiano più amato e diffuso al mondo si trasforma così nel perfetto correlativo oggettivo del destino di Antonio, esemplificato dal bellissimo (ma amaro) finale del film, e rispecchia fedelmente quel maschile singolare del titolo.
Tra vecchie e nuove conoscenze, albe di passione nel laboratorio dolciario, improbabili uscite di coppia in spa e innumerevoli match sulle app di dating, si celebra una storia di crescita personale sofferta, non priva di stop and go, di incertezze, paure e reticenze, e persino d’amore, sottolineata dalle glaciali note della colonna sonora (su tutte spicca la canzone New Love di Gaudino e Sneider, autori del commento musicale).
Intelligente poi l’uso della lirica e della classica per accompagnare i momenti chiave e i punti salienti del racconto. Maschile Singolare è un vero colpo di fulmine, un balsamo per occhi e cuore.



