L’anno scorso fui piacevolmente sorpreso dalle scelte musicali di un giovane della generazione Z, frequentato per pochissimo, giusto il tempo di un ritorno dal mare con relativo ascolto via aux in macchina.
Tra le varie tracce a colpirmi fu soprattutto un brano che, conti alla mano, aveva la sua stessa età, ovvero Vamos a Bailar di Paola e Chiara, canzone regina dell’ultima estate del secolo scorso, quella del 2000 appunto, in quel limbo sospeso tra anni ’90 e nuovo millennio.
Una rarità, questo va riconosciuto, ma che fa ben sperare per le generazioni future e riscalda il cuore di noi millennial, nostalgici inguaribili.
Febbraio di quest’anno è il mese in cui si concentrano, nemmeno a farlo apposta, i ritorni, le reunion e i revival più simbolici del decennio in cui siamo cresciuti, partendo proprio da domani sera, prima puntata del Festival di Sanremo 2023, che tra i Big rivede non a caso le appena citate sorelle Paola e Chiara Iezzi, nonché Giorgia, tra i vari cantanti che hanno cominciato a farsi notare proprio nei ’90.
Tra qualche giorno uscirà invece in sala per la terza volta, dopo il ’98 e il primo ritorno nel 2012 per il centenario dell’affondamento, il Titanic di James Cameron, capolavoro del regista dei due Avatar, che gode ancora di ottima salute, a giudicare dagli eterni meme che girano in rete, e nonostante qualcuno nei sondaggi cinefili delle riviste specializzate abbia storto un po’ il naso e l’abbia quasi rinnegato.
Dall’ultimo decennio del ‘900 forse non siamo mai davvero usciti, come è vero che il liceo non finisce mai in fin dei conti, e per una generazione come la mia, letteralmente fregata da crisi economiche, recessioni, pandemie e guerre, i film e le canzoni di quegli anni rappresentano un balsamo, una coccola dolce, un piacevole rifugio dello spirito in cui rintanarsi nostalgicamente.
Non si spiega altrimenti il battage mediatico che ha accompagnato il duo Paola e Chiara fin dalla prima, piccolissima reunion in una boutique milanese a fine giugno 2022, seguita dai concerti di Max Pezzali e Jovanotti: il pubblico le ha sempre amate, cercate, ascoltate, anche quando ormai si erano sciolte da 10 anni.
La loro Festival non è invecchiata di un anno, nonostante abbia 21 primavere, e persino la più giovane (anagraficamente parlando) Elodie si è ispirata alle sue atmosfere e a quel ritmo per Tribale, hit dell’estate 2022, proposta ai pride dell’anno scorso con la sua antenata dell’estate 2002 in un ottimo e indovinato remix.
Il ritorno delle due vincitrici di Sanremo Giovani 1997 con Amici come prima, oggi intonata anche a cappella dai fan, è stato salutato e “spinto”, in un vero e proprio movimento democratico, dalla community di Sapore di Male, pagina Instagram e Facebook di satira, sdoppiatasi negli anni anche in altri account nostalgici.
Il primo è dedicato al Titanic di James Cameron con la celebre battuta “Vuoi vedermi lavorare come cucitrice?”, pronunciata dalla madre di Rose nel film.
Il secondo invece nell’esclamazione “Tu mangi carboidrati!” ci riporta a un altro bel film che ha segnato la nostra generazione: Il diavolo veste Prada, fonte inesauribile di meme, parodie e citazioni (realizzate e condivise anche dal sottoscritto a mani basse) per raccontare i nostri tempi, la politica e il precariato che ci affligge implacabile come le occhiate affilate e i giudizi della terribile Miranda Priestly.
Dai ’90 non ne usciremo mai finché Beautiful sarà trasmesso su Canale 5, riportando nel cast personaggi familiari come la psicopatica Sheila Carter o Deacon Sharp, e finché gireranno storie, video e i consueti meme coi cartoni della nostra infanzia (Papà Castoro, La Pimpa, Sailor Moon, la Disney degli anni d’oro). E fino a quando Netflix metterà nella lista da guardare le fiction come Un medico in famiglia o l’indimenticabile Dawson’s Creek.
T’appartengo di Ambra Angiolini, cantata all’ultima finale di X-Factor 2022, ha contribuito poi non poco a riscaldare il cuore e a far rifiorire le speranze di una “restaurazione” dell’età dell’oro, di un nuovo rinascimento musicale, o di un risorgimento nostalgico e culturale.
Aspetteremo ancora a lungo altri ritorni, e non è un caso se anche i più giovani Boomdabash hanno sentito il bisogno di un featuring con gli Eiffel 65 per Too much for Heaven.
La loro Blue, così come The Rythm of the night o What is love, o le hit di Alexia, vivranno ancora a lungo nelle nostre serate in discoteca, come fu per i successi dei favolosi anni ’80. Ora rimpiazzati dai tormentoni degli anni ’90 e dei primi 2000.