
Da un anno tiene banco la soap opera della Gioconda sui social che vede coinvolti gli ex coniugi Paola Barale e Gianni Sperti. Due personaggi tv ancora alle prese con l’accettazione di sé e della fine della propria storia di fine anni ’90 e inizio 2000. Entrambi ignoti forse alla generazione Z.
BARALE E SPERTI
La prima è reduce dai vari programmi coi compianti Mike Bongiorno e Maurizio Costanzo: ex soubrette, conduttrice e anche attrice; il secondo è un ex ballerino coreografo, ormai opinionista in pianta stabile alla corte della De Filippi su Canale 5.
Al centro della questione tra i due contendenti, ospiti a distanza di un anno dalla Toffanin a Verissimo, sempre in casa Mediaset, c’è la verità dietro il loro matrimonio e la saga della Gioconda.
LA GIOCONDA SECONDO PAOLA
Il capolavoro leonardiano, l’opera per eccellenza esposta al Louvre, fu utilizzato dalla Barale lo scorso anno per spiegare come la sua relazione con Sperti fosse stata l’equivalente di un viaggio annuale, meraviglioso e denso di emozioni e ricordi, nel Museo più famoso al mondo.
Salvo poi scoprire, attraverso una telefonata del direttore del Louvre, che quella Gioconda non fosse altri che un fake, e non una Gioconda vera. Allusione velata, di fatto, a una presunta e latente omosessualità dell’ex marito.
VERISSIMO ATTO SECONDO
Il quale, a distanza di poco più di un anno, nello stesso salotto televisivo e forse allo stesso orario di messa in onda, ha smentito la cosa, o preferito per l’ennesima volta non dichiararla.
“Non lo dirò mai”, sono state le sue parole, unite al rifiuto netto di un’etichetta di gay, fluido o bisessuale.
IL COMING OUT
Al netto della libertà che ognuno ha di dichiararsi o meno con chi vuole o predilige, e del momento più opportuno che spetta solo al diretto interessato, c’è da dire che la negazione della propria omosessualità e dell’importanza del coming out comporta spesso delle conseguenze pesanti.
Devastanti, anzi, soprattutto per chi vive intorno a noi o convive con noi.
Recentemente un’altra Gioconda tv, questa sì dichiarata ma quasi pentita come Gabriel Garko, a Belve ridimensionava il coming out, bollato come passaggio di poco conto.
ESSERE SINCERI
Peccato sia di poco conto quando una moglie o dei figli sono letteralmente presi in giro, per anni e magari anche alle loro spalle.
“Ti ritrovi di fronte una cosa che non era quella che credevi fosse”, chiosava la Barale davanti al malizioso sorriso della giornalista Toffanin.
Sorrisetto ripetuto anche davanti all’ex marito, così ostile all’uscita dall’armadio, il coming out in inglese.
Le generazioni che ci hanno preceduto sono senza dubbio vittime di una mentalità che, specialmente al Sud, si è espressa nelle corde più tradizionali e conservatrici possibili.
UN PAESE CATTOLICO
Siamo pur sempre un paese cattolico, e il Papa nel suo viaggio apostolico ungherese non ha mancato di sottolineare la cattiva fede delle teorie gender, andando letteralmente a nozze con le politiche orbaniane di cui la nostra Premier è fan ed estimatrice.
Ma viviamo ormai in un’epoca che sta prendendo sempre più consapevolezza e che si sta aprendo a questo nuovo tipo di relazioni: le accetta sicuramente più di prima, anche se i passi in avanti da fare sono ancora tanti nel Belpaese.
Perché continuare allora a mentire a una moglie, o al proprio figlio, a una ex moglie o a un ex marito a distanza di anni, quando ormai i divorzi sono alle spalle e la prole è maggiorenne e adulta abbastanza da comprendere e accettare?
LE GIOCONDE

Non posso fare a meno di chiedermelo per tanti motivi che non sto qui a dire, e che per rispetto non specifico se siano personali o meno, ma che di sicuro riguardano presunte Gioconde asintomatiche nelle famiglie altrui.
Non chiedo per un amico, come si suol dire, ma pongo di nuovo l’accento su un aspetto: ha senso rimanere come la Gioconda nel Louvre in eterno, per tornare alla metafora allegorica e pop della Barale?
RIFARE GLI ITALIANI
Fatta l’Italia, adesso bisogna fare gli Italiani, disse qualcuno un tempo.
È verissimo, come il titolo del programma tv.
Ed è anche vero che accettarsi per come si è, forse, è il modo migliore per vivere una storia, una passione, una relazione senza tenebre e ombre come dei funghi nel sottobosco.
Felicità fa rima con Unità, non a caso.



