Basato sull’omonimo romanzo di Robert Harris e diretto da Edward Berger, Conclave mostra la Chiesa dietro le quinte.
Dal romanzo omonimo di Robert Harris e nelle sale italiane dal 19 dicembre scorso, il regista tedesco Edward Berger porta sul grande schermo un avvincente e serrato thriller drammatico che racconta ciò che verosimilmente potrebbe accadere all’interno dell’ermetica elezione di un nuovo pontefice di Santa Romana Chiesa (riprese a Roma e anche alla Reggia di Caserta per ricreare le sale vaticane, già set di Guerre Stellari).
SINOSSI DI CONCLAVE
La pellicola inizia con Papa Gregorio XVII sul letto di morte e con i suoi fedeli collaboratori al capezzale.
Resa pubblica la notizia del decesso, il collegio dei cardinali si adopera per organizzare il nuovo conclave per la scelta del Capo della Chiesa cattolica.
Questo viene guidato dal cardinale e decano Thomas Lawrence, interpretato dall’inglese Ralph Fiennes, più volte candidato all’Oscar e mai vincitore (indimenticabile Voldemort in Harry Potter).
I QUATTRO FAVORITI AL SOGLIO DI PIETRO

In lizza per la posizione figurano quattro cardinali: l’italoamericano e liberale Aldo Bellini, il tradizionalista canadese Joseph Tremblay, il nigeriano conservatore sociale (ma omofobo) Joshua Adeyemi e l’italiano reazionario Goffredo Tedesco, interpretati rispettivamente da Stanley Tucci, John Lithgow, Lucian Msamati e dal nostro Sergio Castellitto (gigione e mattatore dell’elezione).
Il collegio, intento a organizzare lo scrutinio più blindato del mondo, viene sorpreso dall’arrivo improvviso dell’arcivescovo messicano, missionario a Kabul, Vincent Benitez (l’attore Carlos Diehz).
DUBBIO E FEDE IN CONCLAVE
Il ritmo narrativo cambia dopo l’omelia del decano Lawrence. Il prelato incita infatti i cardinali a seguire l’incertezza perché la sicurezza non lascia dubbi e non crea fede. Fiennes è un novello detective in questo giallo che ricorda I dieci piccoli indiani di Agatha Christie, dopo una carriera che annovera Il paziente inglese di Anthony Minghella e Schindler’s List di Spielberg, dove era lo spietato nazista Amon Goeth (sarà la volta buona quest’anno per lui agli Oscar?).
Durante la storia vengono eseguiti un totale di sei scrutini, uno dei quali seguito da un attentato che provoca morti e danni alla Cappella Sistina.
Il film si conclude con l’elezione catartica del misterioso Benitez, il quale sceglie il nome Papa Innocenzo XIV. Colpo di scena spiazzante per lo spettatore al finale.
POTERE TEMPORALE E SCHELETRI NELL’ARMADIO
Durante i giorni del conclave tante sono state le personalità dei prelati messe in scena attraverso toni classisti, sessisti e di natura razzista, soprattutto legate all’attentato.
Non mancano intrighi, soprusi e provocazioni in questa spy story, tra le ambizioni al trono papale e l’obiettivo di eleminare i candidati favoriti alla poltrona lasciata libera dal vecchio pontefice.
Una Chiesa messa in scena così com’è dietro le quinte, umana, con vizi, passati da insabbiare e scheletri contenuti negli armadi delle canoniche.
Menzione per la suora interpretata dalla nostra Isabella Rossellini, già candidata agli ultimi Golden Globe 2025 insieme a Fiennes e al regista, già premio Oscar per Niente di nuovo sul fronte occidentale (disponibile ancora su Netflix), miglior film straniero per la Germania qualche anno fa.




