Scorrendo la home di Facebook, settimane fa mi sono imbattuto nel consueto articolo condiviso e pubblicato su siti di testate nazionali importanti anche a più riprese, tipico da clickbaiting. Ho abboccato, lo devo ammettere, ma un trend topic sui social scatenato da una scena hot di una serie Netflix era occasione troppo ghiotta per poter essere ignorata.
Obsession su Netflix
Obsession, miniserie in 4 puntate tratta dal libro Il danno, ha impressionato e infastidito alcuni utenti della piattaforma, e parecchi internauti, a causa di un atto di autoerotismo praticato in camera d’albergo.
Come se fosse la prima volta che qualcuno si masturbasse in un hotel. Il problema del secondo episodio di questo ennesimo remake (il primo film era degli anni ’90, interpretato dai bravissimi Jeremy Irons e Juliette Binoche) risiede nell’utilizzo del cuscino da parte del protagonista.
Richard Armitage, già interprete di Thorin Scudodiquercia nella trilogia dello Hobbit di Peter Jackson, è un dilf, medico, marito e padre di famiglia, che dopo anni di morigerata quiete coniugale, si fa travolgere dalla dirompente passione per la nuova fidanzata del figlio.
Il plot
Il chirurgo sviluppa per lei una tale ossessione da seguirla nella seconda puntata sopraccitata (e di fatto parecchio eccitato), fino a Parigi. Lì consuma un rapporto sessuale con lei per strada, turbandola non poco.
E arriva persino a prenotare la stessa camera in cui avevano soggiornato e dormito il figlio e la ragazza per sentire ancora il suo profumo.
Il quale, a quanto pare, era ancora rimasto tra le fibre tessili dei cuscini ornamentali, nonostante le pulizie, e che lo spinge a masturbarsi con intensità a tratti feroce in una sequenza matta e disperata, che dà la misura dell’ossessione molesta e della passione accecante. Di certo senza volgarità o scandali puritani.
Che poi i titoli in rete siano fuorvianti, lasciando intendere una masturbazione sul cuscino piuttosto che alla vecchia maniera, è una storia antica come il mondo. Il clickbaiting ha proprio quell’obiettivo dichiarato, ma sta poi a noi aprire i link e leggere i contenuti, appurando il tutto e verificando fonti e informazioni. In primis guardando il prodotto, o almeno i frame incriminati, per esprimere poi un giudizio in merito, al netto del valore artistico e della riuscita o meno dell’opera filmica.
Questi inglesi
“Siamo inglesi, niente sesso”, vecchio detto di epoca elisabettiana seconda, da un bel po’ di anni ha perso smalto. Londra appare nei film e nelle serie tv Netflix una metropoli sempre più torbida e perversa, basti pensare ai primi 2000 col pessimo sequel di Basic Instinct e al bel film di Woody Allen Match Point.
Il problema è che forse non abbiamo fatto ancora bene i conti col tabù della masturbazione. Sicuramente non li fece la sorella cattolica e reazionaria di un vecchio amico, che guardava forse il fratello come a un individuo asessuato, un prete mancato, privo di desideri e pulsioni.
Il nostro corpo
La conoscenza del nostro corpo è essenziale e fondamentale per la salute e il benessere psicofisico, e soprattutto per relazionarci al meglio col partner. Conoscenza è potere, ma è anche condivisione, sperimentazione, divertimento sano e appagante.
Non viviamo più nel Medioevo, come qualcuno vorrebbe farci credere o al quale vorrebbe farci tornare, e il contemptus mundi è stato spazzato via da secoli di cultura dell’immanenza e dalle varie rivoluzioni politiche, scientifiche e culturali. Il disprezzo del mondo e del proprio corpo non abitano più qui.
Eppure per qualcuno un atto sessuale celebrato in solitudine, con sé stessi, “con la persona a cui si vuol più bene in fondo” (parole di Woody Allen), è ancora motivo di imbarazzo e scandalo. Reticenti sono le donne a parlarne, molto più degli uomini, che non a caso conoscono meglio il proprio corpo e i desideri della partner o del proprio partner.
La masturbazione fa bene alla circolazione sanguigna, riduce il rischio di tumore alla prostata per gli uomini, aiuta a scaricare le tensioni quotidiane e a ridurre lo stress. In pratica fa bene al cuore, letteralmente.
Non posso fare a meno di chiedermi: ha ancora senso nel 2023 scandalizzarsi per una pratica che pare piaccia anche al feto nel grembo materno, o che comunque è ritratta da millenni su anfore greche o dipinti rupestri, nonché raccontata in saghe mitologiche?
Fa davvero paura un cuscino col profumo di donna, che è stato tra l’altro una felice intuizione del protagonista della tv series di Netflix per dare pathos al girato? Chi non si è masturbato almeno una volta così, alzi la mano. Io di sicuro non posso alzarla.



