L’arte, si dice, si rivolge all’uomo, e qualunque persona, vecchio o giovane, lavoratore del braccio o della mente, istruito oppure ignorante, è pur sempre una persona che può avere dentro e non lo sa, delle doti nascoste. Tutti dunque sono in grado di comprendere e gustare un’opera d’arte perché tutti hanno in sé un certo senso artistico
Il Mosè di Michelangelo dovrebbe commuoverci solo dopo che un professore ce l’ha spiegato?” È così che si dice, ma nello stesso tempo si sa benissimo che ci sono persone che l’arte sanno utilizzarla meglio e sono in grado di ritrarre dall’arte un godimento maggiore che non altre. Sono quelle che formano la famigerata “piccola cerchia degli intenditori”. L’arte infatti richiede osservazione e molte conoscenze. L’osservazione dell’arte porta infatti a un reale godimento solo nel caso che esista una capacità ad osservare e capire. In ognuno di noi si nasconde un artista e che l’uomo fra tutti gli animali è quello più dotato di senso artistico, altrettanto certo è anche che tale disposizione può bensì venir sviluppata, ma può anche atrofizzarsi. L’arte si fonda sulla capacità di lavorare. Chi ammira l’arte ammira un lavoro, un lavoro molto abile e ben riuscito. Ed è necessario sapere qualcosa di questo lavoro per poterlo ammirare e per poter gustare il suo risultato. Il primo passo per imparare a dipingere è osservare cosa stiamo guardando per poterlo poi riprodurre. Imparare ad osservare è un’abilità appresa con l’esercizio e non una predisposizione cognitiva cosa che è sostenuta dal fatto che i pittori in erba solitamente disegnano con tracciati sproporzionati rispetto ai dettagli che risultano loro più importanti, come gli occhi per esempio. In altre parole, l’artista perde gradualmente la propensione ad esagerare nelle sue riproduzioni tutto ciò che il cervello riconosce come maggiormente importante.
Dai tempi dei primi disegni rupestri, la pittura ne ha fatta di strada, e benché più volte sia stata data per spacciata, essa continua a sopravvivere come mezzo espressivo scelto da molti artisti contemporanei. Esprimersi attraverso la pittura è per molti di noi un’esigenza; non un capriccio e nemmeno un passatempo. Il pittore deve durante la sua formazione, sviluppare la capacità di osservare, al fine di riuscire a tradurre sul supporto scelto, ciò che lo colpisce in segni e colori. Il perfezionamento della capacità di vedere, si acquisisce con il tempo e tanto esercizio, così come lo è per l’atleta, allenare il proprio corpo o per il musicista affinare l’orecchio.
Un esempio classico del vedere attraverso il proprio carattere personale ed emotivo lo si ritrova analizzando i disegni dei bambini, i quali raffigurano un oggetto tanto più grande quanto più esso è importante per loro; anche gli adulti conservano questa caratteristica deformando la realtà in modi analoghi e per le stesse ragioni. Una volta capita e fatta propria, permetterà di raffigurare in modo corretto disegni anche complessi, oppure di riprodurre, basandosi sulla memoria e sull’immaginazione, una città, un paesaggio naturale o un qualsiasi oggetto. Osservare è importante, ossia imparare a vedere dentro le cose e da qui nasce la capacità di estrapolare dall’immagine complessiva gli elementi essenziali, in modo che queste linee tracciate su carta stimolino il futuro osservatore a ricostruire, nel proprio cervello l’immagine vedendo così ciò che l’artista vuole sia visto.
Il mio primo maestro ripeteva spesso a noi allievi una frase: “In pittura dovete dire tanto con poco” riferendosi quindi alla capacità di sintesi che un pittore deve perseguire, evitando quindi di essere noioso e pasticcione nei dettagli
All’inizio un artista impara a copiare idee per essere più creativo nel lavoro e nella vita. Incomincia sempre con tratti fondamentali, ancora grossolani, quasi un po’ selvaggi, sbozzati arditamente. Questo è il momento in cui il pittore si abbandona all’esagerazione. C’è in essi ancora qualcosa di animalesco. Poi piano piano vengono poi gli elementi espressivi più particolareggiati, più fini. Si arriva poi alle correzioni. L’artista fa scoperte, incontra delle difficoltà, smarrisce la visione d’insieme, ne costruisce una nuova, scarta un punto di vista, ne formula uno nuovo. Il lavoro del pittore non finisce con il suo quadro: finisce negli occhi di chi lo guarda …deve emozionare. Ogni artista intinge il pennello nella propria anima e dipinge la sua stessa natura nei suoi quadri e deve riuscire a far vedere qualcosa che non sempre riusciamo a vedere. E chi non ci riesce non è in grado di giudicare
©Mangiamed P. Zinno