Luca Scognamiglio è un giovane cantautore emergente che ho avuto il piacere di incontrare una sera di due anni fa a Mater Dei, quartiere popolare di Napoli, nell’occasione di un compelanno di un amico in comune; di conoscere successivamente in una serie di incontri, momenti conviviali e serate sempre tra gli stessi amici; e poi di ritrovare solo recentemente sul set improvvisato di un videoclip nel caldo afoso di luglio 2025 a via Bellini a Napoli.
Sono finito insieme ad altri ragazzi nel videoclip girato presso Craft Bellini, locale del centro storico napoletano, tra una birra e l’altra sorseggiata per esigenze di copione, e da allora è cresciuta la curiosità per il suo lavoro e per quella canzone che è uscita sulle piattaforme solo a settembre 2025, Saname stu core.
Dopo tutto, ognuno di noi ha bisogno di sanare chistu core almeno una volta nella vita: ecco a voi l’intervista a Petricore, suo nome d’arte.
Luca, ci parli della sua musica e di come è nata la passione per note e strumenti
“Credo che la mia passione per la musica sia nata ancora prima di me. Mia madre mi ha spesso raccontato di quando, ancora nella pancia, mi cantava La gatta di Gino Paoli, canzone che tutt’oggi canticchio spesso sovrappensiero. La necessità di scrivere canzoni mie è nata solo da qualche anno, per il desiderio di comunicare emotivamente con gli altri e di connettermi sinergicamente con le persone”.
Il suo genere e quello preferito di ascolto?
“Il mio genere preferito è il rock, la band preferita i Led Zeppelin. Nella mie canzoni non si trovano molto le mie influenze musicali, quali Lucio Dalla, De Gregori, The Darkness, Beatles, Rolling Stones. Piutttosto che un genere nel quale inserire la musica che creo, sto cercando un’identità artistica”.
Su quali piattaforme possiamo trovare le tue canzoni?
“Sulle piattaforme di streaming principali come Youtube, Spotify, Amazon Music e Apple, ma anche su qualcuna meno nota come Deezer, Yandex e Tidal”.
Il suo ultimo lavoro di che parla?
“La canzone si intitola Firmati in napoletano, cioè fermati in italiano, ed è uscita a luglio 2025. Le canzoni del progetto Petricore nascono in collaborazione con Paci Ciotola, il produttore col quale collaboro. Insieme abbiamo cercato di parlare di alcuni disagi un po’ universali, come la difficoltà di comprendere le emozioni e le intenzioni altrui o di capire le nostre. Di come spesso ci si senta circondati da un senso di inadeguatezza e del modo in cui questi disagi interiori vengano poi messi a tacere con realtà alternative esogene che non fanno altro che blindarci maggiormente. Firmate è un invito a calmarsi e pensare, riflettere e capire le proprie emozioni e sensazioni”.
Da quanto tempo lavora in questo settore?
“Da poco e per citare Bowie (altro artista col quale sono cresciuto) mi ritengo un absolute beginner. Scrivo canzoni da qualche anno e ho cominciato ad esibirmi da poco più di un anno e ho cominciato a cantare solo 4 anni fa”.
Il videoclipdella canzone Staname stu core è stato girato a Napoli tra centro storico e Posillipo, cuore del capoluogo partenopeo e Campi Flegrei: ce lo racconta?
“Saname stu core, singolo uscito ad aprile 2025, è stata un’esperienza meravigliosa! Ho collaborato con un regista emergente bravissimo, Riccardo Crisci: è stato lui stesso a propormi l’idea del videoclip. Posso dire che è stato meraviglioso perché ho chiesto la collaborazioni di amici che si sono prontamente prestati e questa è la cosa che più ho amato di Saname stu core!”
Sogni nel cassetto da estrarre ancora?
“Scrivere e cantare quante più canzoni posso, spremere fino all’ultima goccia tutte le emozioni che ho dentro e fare in modo che, se anche una sola persona le ascolti, vivendo quel momento e rispecchiandosi in loro, non è sola. Più materialmente il mio sogno è girare cantando inediti ovunque”.
Fonti di ispirazione e mostri sacri venerati?
“Nella scena attuale ci sono sicuramente La Rappresentante di Lista, Tropico, Yungblud, Nothin but thieves, Giuliano Sangiorgi. Poi ci sono sicuramente i cantautori italiani come Dalla, Battisti, De Gregori, Lauzi, Tenco, Gino Paoli, e quelli stranieri come Al Green, Curtis Mayfield, Marvin Gaye, Etta James, Ella Fitzgerald, Nina Simone”.
Se avesse l’occasione di incontrare un musicista del passato o di farlo tornare in vita, a chi stringerebbe la mano?
“Senza pensarci neanche mezza volta Lucio Dalla, mi emoziono tantissimo ogni volta che ascolto canzoni come Nuvolari, Telefonami tra vent’anni, Siamo Dei, Quale allegria”.



