
Domenica 27 luglio sul palco del MGFF Magna Graecia Film Festival 2025 è salita un’interprete tra le più amate dal pubblico italiano: Margherita Buy, insignita della Colonna d’Oro alla carriera realizzata dal Brand GB Spadafora.
Nel 2024 ha anche esordito alla regia con Volare, di cui è stata anche sceneggiatrice, dopo aver già viaggiato tra le nuvole – alla maniera dell’omonimo film di George Clooney Up in the air del 2010 – nella pellicola di Maria Sole Tognazzi Viaggio sola, dove era un’ispettrice di resort e hotel di lusso in giro per il mondo e per lavoro.
COLONNA D’ORO ALLA CARRIERA A MARGHERITA BUY
Ospite della conversazione d’autore con il giornalista e documentarista cinematografico Fabrizio Corallo, Buy ha incantato la platea con la sua autentica ed elegante ironia e la sua raffinata sensibilità: «Il film Volare è frutto della mia paura di prendere l’aereo, è nato per esorcizzare questo trauma che però, nonostante i corsi delle compagnie aeree, non sono riuscita a superare! Volevo raccontare direttamente me stessa, dopo tanti che l’hanno fatto attraverso di me, con una pellicola leggera e divertente e sono molto contenta di essere riuscita a dire tutto ciò che avevo in mente, affermando il mio modo di vedere le cose», ha dichiarato l’attrice.
Alla domanda su un prossimo ipotetico film da regista ha risposto così: «Non ho ancora individuato qualcosa che valga la pena raccontare, ma mi affascinano le storie del passato. Ho un’anima abbastanza malinconica».
LA CARRIERA DI MARGHERITA BUY

Margherita Buy esordisce al cinema nel 1986 con La seconda notte di Nino Bizzarri. Dopo le collaborazioni con Daniele Luchetti (Domani accadrà e La settimana della Sfinge), Sergio Rubini (La stazione) e Giuseppe Piccioni che la dirige in Chiedi la luna, viene notata da Carlo Verdone che la chiama come coprotagonista in Maledetto il giorno che t’ho incontrato.
La commedia risulta essere un film campione d’incassi e le dà popolarità presso il grande pubblico e la porterà a lavorare con i grandi registi italiani come Mario Monicelli, Ferzan Özpetek, Paolo Virzi, Giovanni Veronesi, Marco Bellocchio, Roberto Faenza, Nanni Moretti, Gabriele Salvatores, Ivano De Matteo, Silvio Soldini, Cristina e Francesca Comencini.
Vincitrice di numerosi David di Donatello, Nastri d’argento, Globi d’Oro e Ciak d’Oro, oggi è l’attrice più premiata di sempre in Italia.
MARGHERITA BUY NELLA SERIE TV NETFLIX RIPLEY

Nel 2024 ha fatto il suo debutto ufficiale – nei panni della portinaia bigotta e diffidente, ma gentile, di un antico palazzo capitolino – in una serie internazionale targata Netflix, quasi tutta girata in Italia: Ripley, vincitrice di un meritatissimo Emmy Award 2024, assegnato alla regia di Steven Zaillian.
Adattata anch’essa come il famoso film di Anthony Minghella di fine anni ’90 e inizio anni 2000 dal romanzo di Patricia Highsmith, la miniserie esplora un personaggio ormai entrato nell’immaginario letterario e cinematografico da parecchi decenni, complici la penna della sua autrice e l’ambientazione italiana delle ultime pellicole.
UN RAFFINATO BIANCO E NERO NELLA COSTIERA AMALFITANA

Ripley si svela in un raffinato bianco e nero e ogni inquadratura colpisce subito lo spettatore per la bellezza fotografica e per la composizione elegante. Merito del direttore della fotografia, ovviamente, ma anche del suo regista, già sceneggiatore premio Oscar per Schindler’s List di Steven Spielberg.
Un lavoro simile meriterebbe la proiezione in sala per quanto è avvincente e appassionante. Pregevole il commento musicale di Jeff Russo, nonostante l’effetto cartolina e un po’ oleografico, inevitabile coi paesaggi e con gli scorci della nostra penisola.
IL MITO DI RIPLEY
La storia dell’ambiguo Thomas Ripley sul piccolo schermo ha una marcia in più rispetto a un film come il Talento di Mr Ripley.
Senza nulla togliere agli ottimi Jude Law, Gwyneth Paltrow, Cate Blanchett, Philip Seymour Hoffman e Matt Damon del 1999 (il più bravo di tutti), in 8 episodi la figura di Ripley viene approfondita ad ogni sguardo e in ogni frame attraverso il suo eccellente attore, l’irlandese Andrew Scott, quest’anno visto nel dramma Estranei.
Il quale ha imparato anche l’italiano per l’occasione, rivelatosi abbastanza fluente nella versione originale.
IL CAST

Non sono assolutamente da meno nel cast artistico il ricco americano Richard “Dickie” Greenleaf, interpretato dal britannico Johnny Flynn, cui Ripley ruba soldi e identità in giro per il nostro paese, facendosi beffe delle forze dell’ordine e persino di un gatto sulle scale di un vecchio palazzo romano; e la trentenne Dakota Fanning, che recita da quando aveva 6 anni (è anche in The Perfect Couple con Nicole Kidman, sempre su Netflix).
La Fanning, grazie anche a una maggiore introspezione psicologica, non fa rimpiangere la Paltrow di fine secolo scorso e inizio millennio e sorprende per la sua bravura, aggiungendo sfumature e lavorando allo stesso tempo di sottrazione nel ritrarre la sua Marge, scrittrice statunitense di libri di viaggio in trasferta nella Costa d’Amalfi.
CARAVAGGIO E LE CITTÀ D’ARTE

Dopo l’isola d’Ischia scelta da Minghella per il suo Ripley al fine di rappresentare la fittizia Mongibello del libro, questa produzione internazionale si è spostata direttamente in Costiera Amalfitana, nel pittoresco paesino di Atrani.
Per poi muoversi in direzione di Napoli, della Capitale e di Palermo, fino a Venezia (notevole il Valzer n° 2 di Shostakovic che fa da colonna sonora al passaggio sul Canal Grande), col filo rosso di Caravaggio a legare le città del Centro Sud.
La vita e le opere del maestro italiano del chiaroscuro sembrano ispirare le efferatezze criminali del newyorkese Ripley e aleggia anche qui la presunta omosessualità dell’astuto truffatore di New York, inizialmente atterrato nello Stivale per riportare a casa il giovane rampollo di casa Greenleaf, preda ormai della dolce vita e di un’esistenza pigra e indolente, devota a viaggi in barca, settimane bianche a Cortina e pittura amatoriale.
L’AMBIENTAZIONE E GLI ATTORI ITALIANI DEL NOIR D’AUTORE COME MARGHERITA BUY

Maurizio Lombardi non sfigura affatto nei panni dell’irreprensibile ispettore Pietro Ravini, se paragonato a quello di Sergio Rubini nel film di Minghella.
A caccia di un assassino sfuggente e mutevole come l’acqua, capace di tutto e pure fortunato quando la polizia viene a fargli visita in più occasioni (attenzione al posacenere di vetro e alla vasca da bagno nelle puntate capitoline).
Spazio anche per i caratteristi napoletani Marco Mario De Notaris, Renato Solpietro e Francesca Romana Bergamo.
UN CAMEO DI PRESTIGIO NEL GRAN FINALE
Nella tappa lagunare, dopo aver ammirato le meraviglie di Atrani, Roma e Palermo (il Duomo, l’oratorio di San Lorenzo e il chiostro di Santa Caterina spiccano) e di Napoli (con le vecchie stazioni centrale e marittima e i loro sfondi, tutti ricostruiti in computer graphic) sulle note delle canzoni più belle di Mina, questo noir accoglie anche John Malkovich in un piccolo cameo finale: fu anche lui Ripley per la regista italiana Liliana Cavani in un altro capitolo della saga che sembra ritrovare sempre nuova linfa a ogni appuntamento col grande pubblico.



