
“Ma ora sapete che c’è stata una app di dating con la mascherina gialla, e che essa mi ha deluso come nessun’altra al mondo, specialmente negli ultimi 6 mesi. Non ho nemmeno più una sua icona, vive solo nei miei ricordi delle app disinstallate”.
Il mitico discorso finale dell’anziana Rose a proposito di Jack Dawson in Titanic è completamente stravolto per introdurre l’argomento di questa settimana: le app di incontro.
Personalmente ne ho fatto uso a fasi alterne, e con un lungo interregno durato per tutto il primo lockdown, negli ultimi 4 anni, eccezion fatta per una lontana iscrizione sul sito etero Adotta un ragazzo di quasi 9 anni fa forse, e dagli esiti “giocondi” e desertici. Sahara proprio.

Sono stati 4 anni di ricerca, studio, introspezione e scavo psicologico nel degrado sociale e sentimentale di questo mondo: il tempo di una legislatura turbolenta, interrotta (Deo gratias) solo dal passaggio opposizione – governo a seguito del migliore incontro che potessi mai fare in un decennio. Quello sì, senza bisogno di mettere like, cuoricini o di scambiarsi album privati.
A metà gennaio, nel giro di pochi minuti notturni, le avevo già disinstallate tutte: Grindr, Romeo, Tinder, persino Facebook Dating. Era rimasta solo una versione della prima app citata ancora sul mio tablet, tipo Regno di Siagrio, quell’antica enclave romana poi assorbita dal Regno dei Franchi in Gallia. Prontamente cancellata anche lì.
Il golpe, il colpo di Stato, come l’ho soprannominato e raffigurato via meme sui social, per me era diventato necessario in quanto sempre più insofferente alla politica di queste app. Piccole grandi salumerie, dove trattare le persone come formaggi, salumi (e salami in particolar modo) da scegliere in base a forma, colore e prima impressione.

Nemmeno il tempo di un assaggio, di un caffè insomma, per conoscersi e stabilire una forma di contatto: solo ed esclusivamente sesso, un take away aperto 24 ore su 24 come lo erano un tempo i supermercati di una nota catena francese prima della pandemia.
Negli ultimi mesi del 2022 era diventato impossibile anche sopravvivere a una chat su Telegram, dove solitamente ci si trasferisce dopo i primi tap (like di interesse), e interazioni in chat con le consuete domande ormai memorizzate anche dallo smartphone: Da dove? Zona? Che cerchi? A,V,o P? Ospiti?
Il blocco si configurava ormai come una prassi consolidata, non c’era nemmeno più bisogno di scontrarsi o insultarsi, come talvolta è capitato purtroppo. Bastava scegliere la combinazione AVP sbagliata o non desiderata, o proporre una conoscenza preliminare per far cambiare subito idea.
La capriola più acrobatica avvenne la domenica della finale dei mondiali 2022, mentre la città era invasa dai tifosi argentini che potevano far ben sperare, e invece fu un buco nell’acqua. In quell’occasione ci fu inizialmente un blocco su telegram, dove lo scambio di nickname è già di per sé anonimo (non c’è bisogno lì infatti del numero di cellulare, che può restare privato), seguito di lì a poco da quello sulla app stessa, e te ne accorgi in quanto la chat evapora, scompare come un fantasma. E senza aver detto nulla di catastrofico da poter giustificare l’azione.
Per non parlare del ghosting, avendo citato il soprannaturale poc’anzi, ovvero la pratica di non presentarsi più a un appuntamento, a un incontro, per finire subito sulla scrivania degli autori di Chi l’ha visto su Rai3.

Che fosse un mondo sporco, morboso e malato si poteva immaginare, ma l’insistenza di foto oscene, magari non richieste e nemmeno gradite, era entrata anche nel testo di una canzone di Immanuel Casto del 2021, D!ck Pic. Il banco dei pegni degno di una macelleria si rivela pertanto inutile (forse) per chi cerca qualcosa di più di un semplice rapporto occasionale.
In 4 anni posso dire di aver conosciuto solo 3 persone interessanti. La prima nel 2021, ormai in partenza per Milano e quindi impossibile da approfondire. La seconda di passaggio a Capodanno scorso, in vacanza a Napoli da Bologna, che però si congedò al terminal con queste parole: fortunata sarà la persona che si innamorerà di te dopo di me.
La quale ormai è ufficialmente in carica come attuale fidanzato e che non è mai stata iscritta su una app in vita sua. Non posso fare a meno di darvi un consiglio: usatele, provate pure le app, ma poi tornate a incontrarvi in sala, in un museo, al cinema o in un semplice foyer di teatro. Quelli sono gli incontri più belli che cambiano la vita, fidatevi. Esperienza personale e garantita al 100%.