Dicono che un buon giornalista debba fare tesoro di tutto quello che la gente si racconta al bar, seduta ad aspettare un pullman, per la strada o al mercato. Vox populi – “capuzzelle” diciamo a Napoli -, ma anche discorsi d’attualità, legati alla cronaca più recente.
Giorni fa mi è capitato di ascoltare in un bus due ragazzi, giovani studenti universitari probabilmente, che riflettevano sulla triste scomparsa della studentessa fuori corso di Somma Vesuviana, suicidatasi per il peso del segreto, delle ansie e delle preoccupazioni che si portava dentro.
Paure legate alla sua carriera accademica, per intendersi. Questo mi ha fatto pensare molto, e non solo per la terribile notizia in sé, per la giovanissima età della ragazza (27 anni, assurdo) e per il gesto compiuto.

In uno dei primi articoli di questa rubrica del venerdì avevo affrontato il tema del confronto, del dialogo, dell’importanza del parlarsi in famiglia (ove possibile e fattibile), così come in un rapporto.
Ora è arrivato il momento di svilupparlo in una direzione quasi economica, oserei dire finanziaria, scomodando anche un po’ l’energia nucleare e l’ex banchiere Mario Draghi.
L’ex Presidente della BCE, nonché ex Presidente di Bankitalia ed ex premier italiano, era diventato famoso alcuni anni fa per quel Whatever it takes pronunciato durante le tempeste del debito sovrano che soffiavano sui paesi mediterranei, specialmente sull’Italia.
La Banca Centrale Europea avrebbe fatto di tutto, a qualsiasi costo, qualsiasi cosa lo richiedesse e lo comportasse (ecco la traduzione accurata del Whatever it takes), pur di preservare l’Eurozona. E credetemi, sarà sufficiente.

Bastò il titolo omonimo di uno dei maggiori successi degli Imagine Dragons per calmare i mercati e placare la speculazione.
Quel Whatever it takes l’ho sentito e lo risento ogni volta in cui io e il mio ragazzo parliamo, ci confidiamo e ci raccontiamo i nostri dubbi, le nostre fragilità, anche le piccole insicurezze e debolezze nel rapporto che viviamo .
È la nostra personale regola numero 1, quella che garantisce la stabilità e l’affidabilità sul mercato, proprio come il quantitative easing draghiano. Parlarsi è vitale, essenziale, ovviamente di tutto quello che investe o interessa il rapporto.
Ma anche di altro perché no, perché magari col tempo una politica espansiva può essere messa in pratica. Tenersi tutto dentro non serve, uccide, logora, trasforma cose piccole in sassi, macigni e poi montagne che ricadono. E la tragedia della ragazza suicida di Somma Vesuviana purtroppo ne è l’esempio.

È un po’ come quel debito con la verità contratto dallo Stato coi suoi cittadini, enunciato durante il processo ai responsabili del disastro di Chernobyl dallo scienziato Legasov nell’omonima serie HBO.
Lui spiegava ai giudici e ai presenti il meccanismo che regola la fissione nucleare delle centrali atomiche, con particolare riferimento a quelle bare di Boro che, immerse nel reattore, hanno il compito di allentare la reazione.
Proprio come si calmano gli animi in un rapporto e si rasserena la persona a cui teniamo molto, e a cui vogliamo bene.
A patto di non avere quella punta di grafite (difetto di fabbricazione sovietico) che rimette in moto la scissione dei pensieri, causa principale dell’esplosione di Chernobyl. Siamo il Boro l’uno dell’altro in questo universo, quando qualcosa ci agita e non ci fa dormire magari, o ci turba. E anche quel Whatever it takes di memoria draghiana.

Anni fa qualcuno lo scrisse persino su un muro virtuale per il meme di turno: Sei bella come il Whatever it takes di Mario Draghi.
Vivere una relazione significa investire tempo, sentimenti, emozioni, allocare risorse in quadro microeconomico che ha però, a sua volta, una cornice macroeconomica ancora più ampia, fatta di stabilità economica personale, percorsi formativi, precarietà e progetti in cantiere.
Ogni investimento è un rischio, certo, nulla mai è sicuro, e la bancarotta, il default sono sempre dietro l’angolo. Ma se si è solidi, se si affrontano insieme le sfide, e l’intesa è palpabile, non c’è spread emotivo che tenga e i fondamentali possono consentire un buon rendimento dei titoli.
Che poi è l’obiettivo finale, per raccogliere bonus, utili e dividendi da investire ulteriormente in una storia che potrebbe contemplare il lungo termine. O meglio ancora l’indeterminato.
Oppure altre forme di contratto che sarebbero il coronamento del diritto americano citato in Costituzione: quello alla felicità, l’incontro perfetto, anzi l’incrocio ideale tra domanda e offerta.
