“E scusa se ti dico certe cose, ma a qualcuno devo dirle, e l’unico qualcuno che conosco sei tu, e hai soffiato dentro al mio cuore, a forma di armonica, hai seminato vento e raccolto energia eolica”. Non conoscevo Tetris dei Pinguini Tattici Nucleari fino quando non è comparsa una curiosa storia instagram, accendendo nel giro di 30 secondi la mia immaginazione.
La strofa all’inizio dell’articolo, oltre che citare la figura retorica dell’adynaton, ovvero una cosa impossibile ma dall’accezione poetica, mi ha fatto riflettere sul parallelismo tra rinnovamento personale, nuovo corso nella propria vita e la transizione ecologica in atto.
Lenta, forse troppo, ma necessaria e inesorabile se vogliamo ancora vivere su questo pianeta.
I fondi del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (parola quest’ultima tanto abusata ma anche molto odiata a destra, e senza motivo perché è bellissima) sono indirizzati anche verso un cambio di rotta delle politiche energetiche e di sviluppo ecosostenibile.
La pandemia, con le sfide imposte al “globo terracqueo”, e con la sua natura stessa legata all’intrusione poco rispettosa dell’Uomo nell’ambiente, ci ha obbligato a rivedere schemi, priorità, progetti e modelli di crescita.
Lavorativi, economici, finanziari e, se vogliamo, anche emotivi, sentimentali.
Chiusi per due mesi e mezzo in casa nel 2020, e a colori alterni regionali tra la fine di quell’annus horribilis e la prima metà del 2021, non ne siamo poi usciti necessariamente migliori, anzi.
Non tutti almeno, ed era abbastanza prevedibile come l’avvertimento di Lady Olenna a Daenerys Targaryen nella VII stagione del Trono di Spade sulla bontà dei signori di Westeros.
Ma per chi di noi ha ricostruito una vita sociale, ripreso conoscenze e ne ha fatte altre, passando magari per le app di incontro e svariati appuntamenti col disagio, una nuova storia, una relazione appena sbocciata è energia sana, pura.
Un risarcimento dalla “vita che esagera” e che ha esagerato, dopo tutti gli affanni, “le corse, gli schiaffi, gli sbagli che fai quando qualcosa ti agita”, dice l’ultima canzone regina di Sanremo 2023. Energia rinnovabile, insomma, come l’eolico citato all’inizio coi versi dei Pinguini Tattici Radioattivi. Nucleari, pardon.
Il cambio di paradigma però prevede un graduale abbandono di quell’altra forma di energia che, proprio come il petrolio e il carbone, ci ha fatto crescere e sviluppare (nel bene e nel male): la fossile appunto. Essenziale a suo tempo, ma tanto tossica e velenosa adesso. Come le persone tossiche che popolano le nostre vite o che vi hanno albergato, siano esse amicizie o parenti, zie o nonni impiccioni, genitori narcisisti o fratelli egocentrici.
La distanza, e non il distacco totale, a volte aiuta (e parlo per esperienza personale diretta) e anche quando si comincia una nuova avventura sentimentale, nel senso più romanticamente ottocentesco del termine, si rivela necessaria per proteggere un rapporto. Esemplare il matrimonio senza parenti immaginato in Casomai di Alessando D’Alatri con Stefania Rocca e Fabio Volo, per preservare quell’amore iniziale di coppia.
Tensioni, ansie esterne, paure instillate e intromissioni sono gas di scarico pericolosi, idrocarburi letali che affumicano e strozzano i fiori freschi della primavera. Quando la tossicità è nell’habitat familiare, e il narcisismo patologico e manipolatore è la cifra di quell’ecosistema, arriva il momento di porre un freno, di ripensare e riconvertire ogni cosa. Indirizzare l’energia magari spesa per litigi e discussioni verso il bello e nella direzione che scalda di più il cuore e che fa bene all’anima.
Il PNRR dei sentimenti è questo: un piano personale di ripresa e resilienza davanti alle avversità “che stimolano l’uomo di genio”, citando Theodore Gericault. E che ci rende uomini e donne migliori, come confessava Jack Nicholson a Helen Hunt in Qualcosa è cambiato. O almeno faceva venir voglia di diventare persone migliori.
Non posso fare a meno di chiedermi: l’energia eolica generata da un ti amo, a sua volta sussurrato, cercato, desiderato a lungo, ci salverà dall’effetto serra e dal surriscaldamento emotivo? Il buco dell’ozono delle nostre vite, già messe a dura prova, può essere ricucito o almeno monitorato, così come si danza sul ciglio di un vulcano attivo o quiescente?
“Le rovine sono un dono, la distruzione è l’unica via per la trasformazione e la salvezza”, scriveva Elizabeth Gilbert in Mangia, Prega e Ama. Forse ispirata dalla visione di Roma e di Napoli, città che sono e saranno sempre entità psichiche millenarie, sopravvissute a ogni disastro.