Ci troviamo a Villa Matarese, una villa signorile del 900 che sorge a Monte di Procida, una superfice complessiva di 500 mq con soffitti affrescati e una raccolta di oggetti storici, da dove si gode un panorama mozzafiato sul golfo di Napoli. La struttura nacque anticamente come masseria, per volere dell’ Avv. Matarese che venne poi trasformata nelle bellissima e sontuosa villa signorile che possiamo ammirare oggi. Grazie ad un’opera di riqualificazione e restauro voluta dal Comune di Monte di Procida, oggi possiamo ammirare il nuovo aspetto dell’edificio, interamente in tufo con volte a vela ed a botte, con il suo incantevole giardino ricco di piante mediterranee che oggi ospita interessanti eventi a favore della comunità montese. Villa Matarese agli inizi di settembre ha ospitato la terza edizione del “Phlegrea Flamenco Festival” con la direzione artistica e ballerina Dominga Andrias. Un ambizioso progetto che la tiene impegnata da più di venti anni con l’obiettivo di divulgare in Italia l’arte del Flamenco, patrimonio dell’umanità dal 2010. Un evento unico al ritmo del flamenco marcato da Paula Rodriguez che con il suo fascino, la sua forza e la sua energia ha offerto al numeroso pubblico grandi emozioni. Gli scialli o mantocillos da flamenco sono molto colorati che vengono posti sulle spalle. Uno scialle arricchito di ricami e le frange delicate, che forniscono uno straordinario tocco di classe che accentua la straordinaria eleganza dei migliori abiti da flamenco.
Paula, la bailora, è stata una grande professionista ed ha affascinato dal vivo con la sua forza e la sua energia ma soprattutto la sua bravura a volteggiare con maestria e sensualità lo scialle spagnolo. In silenzio il pubblico osservava la sua danza attraverso i passi, i gesti e tutte le espressioni del viso e del corpo. Un ballo il flamenco molto carismatico e grintoso che ha componente scenografica fatta di movimenti e abiti ricercati. Uno stile antico, che affonda le sue radici nella cultura dell’Andalusia e che trasmette attraverso il corpo una gamma di sentimenti e passioni molto sfaccettata. Questo ballo tira fuori tutto, la femminilità e la forza, perché è una danza di affermazione che passa sia attraverso i movimenti del corpo e quindi la consapevolezza di sé, con l’eleganza della postura, il gioco delle percussioni dei piedi a terra e i gesti delle mani e delle braccia, il volteggiare dello scialle, sia attraverso l’espressione, perché una ballerina come in un allenamento completo, impara a comunicare con i gesti e con il volto. Paula ha offerto una grande esperienza durante tutto lo spettacolo e bravissimo è stato anche il ballerino che in alcune danze l’accompagnava. Un complimenti agli artisti flamenchi professionisti presenti, ricchi di passione ispirati alla cultura spagnola. I cantaor con il loro canti folkloristici all’apparenza stonati ma molto significativi ed un giovane e brillante chitarrista il cui strumento da anni rappresenta il principe del flamenco e come tutti sanno, infatti, é il ritmo a giocare il ruolo determinante in questo ballo. Vedere questo spettacolo è stata una emozione viscerale, unica e coinvolgente che rimanda a luoghi e tempi lontani ma che ci macera dentro e fa perdere la nostra anima nel suo ritmo incessante.
©Mangiamed P. Zinno